La copertura con segnale 5G del territorio italiano è obiettivo di interesse pubblico e, per questo, il Tar Calabria ha dato ragione a Inwit e autorizzato la realizzazione della nuova torre 5G a Diamante (CS). Con un’ordinanza (SCARICA QUI IL DOCUMENTO COMPLETO) il Tar ha accolto il ricorso del tower operator e sospeso l’efficacia dell’atto del Comune che metteva lo stop ai lavori dell’infrastruttura, condannandolo anche al pagamento delle spese processuali.
Inwit vince il ricorso a Diamante: via libera alla torre 5G
Il ricorso presentato da Inwit è stato accolto dal Tribunale amministrativo regionale in quanto è stato ritenuto che i siti alternativi per la costruzione dell’infrastruttura, indicati dal Comune di Diamante, non possano essere considerati vincolanti.
Nella motivazione dell’ordinanza, che accoglie il ricorso e che censura il regolamento comunale per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile, viene inoltre ricordato che, come riconosciuto dal Consiglio di Stato, “la copertura del territorio nazionale con segnale 5G costituisce un obiettivo interesse pubblico di carattere prioritario per lo Stato”.
Il Tar, accogliendo l’istanza cautelare di Inwit, ha sospeso l’efficacia dell’atto del comune e dell’ordinanza della sospensione lavori della torre di tlc, fissando l’udienza pubblica per la trattazione nel merito del ricorso al 17 aprile 2024.
5G, ancora resistenze nei territori
Lo scorso anno Inwit ha realizzato 480 nuove torri. La più grande difficoltà riscontrata, come ha indicato a CorCom Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit, sono state proprio le lungaggini burocratiche: “Le stratificazioni normative che incontriamo a livello locale sono ancora troppe. Fatto 100 il tempo per installare una nuova torre e consentire quindi agli operatori di portare il loro servizio, 4G, 5G o Fwa, solo il 20% del tempo viene infatti impiegato per la realizzazione delle infrastrutture, mentre ben l’80% è legato all’ottenimento dei permessi, spesso per dinieghi pretestuosi o per ostruzionismo. La sfida maggiore per la digitalizzazione del Paese resta quindi la velocità realizzativa. Penso che la semplificazione burocratica e dei rapporti fra PA e imprese deve continuare ad essere al centro dell’agenda politico-istituzionale a tutti i livelli”.
Una ricerca dell’Istituto Piepoli citata da Suigo indica, tuttavia, che l’88% degli italiani vede positivamente il 5G per la crescita dell’Italia, mentre il 10% lo vede come un rischio con qualche opportunità, e solo il 2% lo percepisce come un rischio.
La partita delle emissioni elettromagnetiche
L’elemento di contestazione relativo al 5G è spesso quello delle emissioni elettromagnetiche. Per le telco non si può realizzare il 5G senza un adeguato innalzamento dei livelli consentiti, che in Italia sono nettamente al di sotto del range ritenuto sicuro dalle autorità sanitarie. Il Disegno di legge Concorrenza approvato dal Senato italiano e in lettura alla Camera introduce delle novità proprio su questo fronte: è previsto che “i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità” vengano adeguati “alla luce delle più recenti e accreditate evidenze scientifiche”. Ne deriva, dunque, un innalzamento dei limiti dagli attuali 6 V/m a 15V/m “per quanto attiene all’intensità di campo elettrico E”.
Per quanto riguarda, invece, “l’intensità di campo magnetico H” i limiti verrebbero alzati “a un valore pari a 0,039 A/m, e per quanto attiene alla densità di potenza D a un valore pari a 0,59 W/m2”. Questi ultimi due valori sono frutto di un emendamento, presentato dal Governo, con cui i limiti sono stati ulteriormente innalzati rispetto a quanto proposto in un primo momento dalla maggioranza.