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5G, botta e risposta Europa-Italia: nel mirino la sicurezza delle reti

Tajani e Ansip accendono i riflettori sul memorandum con la Cina e si dicono allarmati sulla linea intrapresa dal nostro Paese. Il governo rimanda le preoccupazioni al mittente. Ma l’opposizione si dice scettica sui provvedimenti. È attesa sui dettagli relativi al “nuovo” Golden Power. Raccomandazioni Ue arriveranno a breve

Pubblicato il 22 Mar 2019

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Il dibattito sul 5G continua a tenere banco. E anche le polemiche. Dopo la decisione del Consiglio dei Ministri di voler “rafforzare” le norme sul Golden Power in nome della sicurezza delle reti – provvedimento di cui sono attesi però i dettagli – i “vertici” europei hanno puntato il dito contro l’Italia.

TAJANI E ANSIP: SICUREZZA 5G A RISCHIO, L’ITALIA TENGA ALTA L’ATTENZIONE

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani nel suo intervento davanti a leader europei riuniti a Bruxelles ha esortato il nostro Paese a tenere alta l’attenzione sulla questione dicendosi preoccupato sul memorandum d’intesa Italia-Cina. “Lo sviluppo della rete e degli standard 5G è fondamentale per la nostra sicurezza e per il progresso delle applicazioni digitali. Chi progetta e costruisce queste infrastrutture, ottiene potenzialmente il controllo su moltissime funzioni, non solo di natura commerciale. Prima di affidarsi a tecnologie e aziende cinesi, sono necessarie analisi e controlli”, ha detto Tajani ricordando che la settimana scorsa a Strasburgo, il Parlamento ha votato a larga maggioranza una risoluzione “che esprime grande preoccupazione sulla possibilità che lo sviluppo del 5G sia affidato ad aziende cinesi”. “Il Parlamento chiede, inoltre, agli Stati membri di dotarsi di regole e certificazioni per evitare falle nella sicurezza delle infrastrutture digitali europee.  L’Unione europea deve continuare a dimostrare unità e determinazione. Solo così potremo proteggere i nostri cittadini e le nostre imprese dalle pratiche sleali cinesi, che ci sono già costate posti di lavoro e perdita di competitività”.

A rincarare la dose il vicepresidente della Commissione europea, Andrus Ansip: “L’Italia deve procedere a una valutazione del rischio sicurezza sulla costruzione di reti 5G nell’ambito del memorandum che sarà firmato con la Cina. Una cooperazione fruttuosa è di beneficio per tutti, ma occorre guardare alle questioni di sicurezza sulle reti 5G”.

Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha annunciato che le “raccomandazioni (in riferimento al caso cinese ndr) sono attese probabilmente per la prossima settimana”, e in ogni caso prima del vertice bilaterale Ue-Cina del 9 aprile”

LA REPLICA DEL GOVERNO: SOLO FAKE NEWS, 5G FUORI DALL’ACCORDO ITALIA-CINA

Da parte sua il sottosegretario Michele Geraci ha ribadito che “il memorandum of understanding che l’Italia e la Cina firmeranno non ha nulla a che fare con il 5G e non nomina specifiche aziende”, specificando che “si tratta solo di un framework che stabilisce come Italia e Cina potrebbero cooperare”. E l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Tiziana Beghin nell’evidenziare che “non potrà essere nessun rischio per il nostro Paese” ha accusato il presidente Tajani di un “accanimento giornaliero contro il governo Conte, frutto di un disinteresse verso l’Italia e gli interessi degli italiani che noi invece stiamo tutelando in Europa e nel mondo”.

L’OPPOSIONE SCETTICA: SU GOLDEN POWER NON CI SONO SUFFICIENTI ELEMENTI

Il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir, nell’apprezzare “la correzione di rotta che il governo sta predisponendo in sede nazionale ed europea sui rapporti con la Cina” ritiene pero la posizione del governo “ancora confusa, convulsa e contraddittoria”. “Giudichiamo positivamente l’estensione del golden power alle infrastrutture dei 5G, anche se non disponiamo ancora di elementi per giudicarne l’efficacia, tanto più che resta aperta la finestra sulle acquisizioni di imprese ad alta tecnologia”, ha aggiunto Urso.

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