IL REPORT

5G, business in crescita di 6 volte per le aziende che investono

La stima di Accenture: nel 2023 balzo dei ricavi per le imprese italiane che hanno scommesso sulla tecnologia. Ma solo il 22% lo ha già integrato nella strategia di crescita. La quinta generazione mobile potrebbe apportare, direttamente e indirettamente, fino a 96 miliardi al Pil entro il 2025

Pubblicato il 28 Ott 2022

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In Italia le aziende che hanno investito nel 5G registreranno entro il 2023 una crescita dei ricavi 6 volte superiore rispetto a chi non ha investito. Tuttavia solo il 22% delle organizzazioni lo ha già integrato nella propria strategia di business. Non solo: il 5G potrebbe apportare fino a circa 96 miliardi di euro al Pil italiano entro il 2025. Emerge dai dati Accenture secondo cui sono le telco le imprese destinate a fare da orchestratori della transizione al 5G. E questo, grazie a un patrimonio di infrastrutture tecnologiche di comunicazione, alla prossimità geografica e alla fiducia dei clienti business.

Le opportunità offerte dal 5G

“Secondo le nostre ricerche – spiega Paolo Baile, Communications & Media Lead for Strategy and Consulting di Accenture – il 5G potrebbe apportare, direttamente e indirettamente, fino a circa 96 miliardi di euro al Pil italiano entro il 2025. Ciò a patto che le aziende accelerino i percorsi già avviati di trasformazione digitale, basata sulla costruzione di modelli Cloud-First, e che i nuovi ecosistemi di provider che verranno a crearsi vengano coordinati da un orchestratore”.

Si tratta di un passaggio cruciale per l’economia del Paese: il 5G non solo favorisce la crescita dei margini, spiega Baile, “ma aumenta anche la produttività operativa, la sicurezza e la governance dei dati. È parte fondamentale del percorso di innovazione che le nostre aziende sono chiamate a operare per restare competitive sul mercato a livello globale”.

Le barriere al 5G

Ma oltre la metà delle organizzazioni a livello globale (60%) intravede ostacoli significativi all’adozione del 5G. In particolare il 77% del campione dichiara di non possedere internamente le competenze necessarie ad abilitare le soluzioni 5G, il 67% indica la cybersecurity come una preoccupazione significativa, il 63% vede delle problematicità nell’integrazione con le tecnologie e i sistemi legacy; il 61% ritiene di doversi confrontare con attori dell’ecosistema 5G ancora non del tutto maturi; e il 57% afferma di avere difficoltà a reperire le risorse da investire per il 5G.

Italia, il gap tra piccole e grandi aziende

Per quanto riguarda le organizzazioni italiane nel dettaglio, i risultati della survey tendono a dividersi tra aziende di grandi dimensioni e piccole e medie imprese. Le aziende più grandi si dicono maggiormente preoccupate per la sicurezza, mentre le aziende più piccole vedono il primo ostacolo nella complessità dell’integrazione con i sistemi legacy.

In particolare secondo il 73% delle aziende italiane la rete pubblica 5G e lo spettro dedicato non sono ancora abbastanza maturi, il 72% avverte la necessità di colmare il gap di sicurezza interna, per il 67% l’adozione del 5G necessita di più soluzioni end-to-end offerte proattivamente dall’ecosistema, il 68% indica nella mancanza di competenze e capacità legate alle soluzioni 5G il principale problema.

Più della metà degli intervistati (54%) concorda che l’Intelligenza artificiale sia una competenza chiave per abilitare soluzioni 5G, seguita da Data & Analitycs (49%) e Cloud & Edge (43%).

L’ecosistema 5G e le partnership in Italia

In Italia più della metà delle imprese (60%) si dice soddisfatta dell’attuale connettività, ma soltanto 1/3 è completamente soddisfatta. E con l’obiettivo di accelerare l’adozione del 5G, la maggior parte di esse (90%) vorrebbe optare per un modello di connettività privata come servizio.

Oltre il 70% delle imprese prevede di affidarsi all’ecosistema dei fornitori esterni, soprattutto per le fasi di test e implementazione di soluzioni abilitate al 5G.

Le organizzazioni hanno indicato come primo punto di contatto per lo sviluppo di soluzioni 5G i fornitori di cloud (40%), gli integratori di sistemi/consulenti (40%) e gli operatori di telecomunicazioni (37%).

La roadmap per le telco

Secondo Accenture, le telco sono posizionate per assumere il ruolo di orchestratori della “transizione” al 5G. Per assumere tale ruolo, dovranno però accelerare il loro percorso di radicale trasformazione, automatizzando e standardizzando l’infrastruttura di rete e rendendo più flessibili e intelligenti i propri sistemi IT.

Allo stesso tempo, dovranno costruire nuovi modelli di business che rivedano i modelli di collaborazione con l’ecosistema di partner attuali e futuri per proporre al mercato soluzioni end-to-end che soddisfino le nuove esigenze delle imprese.

La roadmap indicata da Accenture prevede 3 step: Connectivity Platform, Connected-Cloud Platform, Connected-Cloud Industry Orchestrator.

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