IL PROGETTO

5G, completato lo studio di fattibilità per il corridoio Italia-Slovenia. Ecco i risultati



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Il progetto è coordinato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia e vede in campo Porto di Capodistria, Anas, Dars, Retelit, Telekom Slovenije, Università di Trieste e Lubiana e Autostrade Alto Adriatico nel ruolo di partner associato. Identificati i parametri e le modalità per l’applicazione della quinta generazione mobile nella realizzazione di sistemi di trasporto e per il miglioramento della sicurezza stradale e la protezione dei dati. Ora si punta all’implementazione

Pubblicato il 10 ott 2024



5G corridoio Italia Slovenia

I trasporti automatizzati e connessi su 5G tra Italia e Slovenia possono diventare realtà con ricadute positive per tutto il territorio: lo ha concluso il progetto 5G-Sitacor, che ha condotto uno studio di fattibilità per l’implementazione della tecnologia mobile di quinta generazione lungo le sezioni transfrontaliere dei corridoi del Mediterraneo e del Baltico-Adriatico Ten-T tra Italia e Slovenia.

Lo studio è stato coordinato dalla Regione del Friuli-Venezia Giulia, in collaborazione con l’Università di Trieste, l’Università di Lubiana (Slovenia), Dars (Slovenia), Telekom Slovenije (Slovenia), Anas (Italia), Autostrade Alto Adriatico (Ita), Retelit (Italia) e Luka Koper (Slovenia). Lo studio di fattibilità appena concluso ha definito i modi migliori per sfruttare il potenziale della tecnologia 5G (throughput più elevato, minore latenza e maggiore affidabilità) in diverse aree per lo sviluppo di un’infrastruttura per la mobilità connessa e automatizzata. Sono, inoltre, state valutate le ricadute sociali ed economiche positive per il territorio.

Il prossimo obiettivo è passare alla fase di implementazione.

5G, il corridoio Italia-Slovenia è fattibile

Il progetto 5G-Sitacor ha valutato le necessità tecniche per dotare i corridoi Ten-T Mediterraneo e Baltico-Adriatico, in particolare le tratte transfrontaliere tra la regione Friuli-Venezia Giulia (Italia) e la Repubblica di Slovenia, di un’infrastruttura passiva e attiva neutrale e agnostica dedicata allo sviluppo di servizi digitali.

Lo studio ha analizzato lo stato dell’arte della rete stradale e delle infrastrutture di telecomunicazione lungo i 275 Km di autostrada tra il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia e ha identificato i parametri e le modalità migliori di applicazione della tecnologia 5G nella realizzazione di sistemi di trasporto automatizzato e connesso (Cam), il miglioramento della sicurezza stradale (Intelligent traffic system), oltre alla protezione avanzata nella trasmissione delle informazioni (Quantum key distribution).

I partner del progetto hanno, inoltre, studiato gli effetti sociali più ampi delle infrastrutture di trasporto intelligenti e le sinergie nei campi della logistica e della mobilità elettrica, dell’industria e delle città intelligenti, della sanità digitale e della sostenibilità, grazie a un uso più efficiente delle risorse esistenti con conseguente riduzione della CO2.

Il progetto rientra nel programma comunitario Cef (Connecting Europe Facility) e, più precisamente, nella call EU Cef-Dig-2022-5GCorridors, che finanzia la crescita, l’occupazione e la competitività attraverso investimenti in infrastrutture situate in aree chiave e di raccordo tra Paesi dell’Unione.

Dalle autostrade connesse ai servizi per il territorio

Le autostrade coperte dallo studio comprendono oltre 200 km del corridoio mediterraneo e del corridoio Baltico-Adriatico, e oltre 60 km di autostrade aggiuntive come percorsi secondari in caso di eventi critici. Le sezioni principali sono: Udine Nord-Palmanova (27 km), Latisana-Fernetti e Fernetti-Sežana (102 km), Fernetti-Sezana-Divača (16 km), Fernetti-Koper via Trieste (36 km), Koper-Divača-Postojna (57 km) e Villesse-Gorizia-Nova Gorica-Razdrto (62 km).

Il progetto nasce dalla necessità di migliorare la copertura e la qualità della connettività nei corridoi identificati, caratterizzati da territorio diversificato con aree urbane e disabitate, montagne e tunnel, traffico intenso su strade sia italiane che slovene e presenza di porti (Trieste e Koper) che collegano passeggeri e merci con l’Italia, la Slovenia e l’Europa centrale.

I vantaggi attesi sono la maggiore sicurezza stradale grazie alla tecnologia Cam (Connected and Automated Mobility), la migliore gestione del traffico e dei flussi di merci, lo sviluppo di servizi digitali innovativi per aziende, scuole, ospedali, città e autostrade, e la maggiore competitività e attrattività dell’area per investimenti e turismo.

Trasmissione dei dati protetta con le chiavi quantistiche

L’Università di Trieste, nell’ambito del progetto, è stata responsabile dello studio dei requisiti di sicurezza dell’infrastruttura, in particolare di come possono essere migliorati attraverso l’uso delle tecnologie quantistiche. Uno degli usi più promettenti del 5G è la possibilità di consentire la guida autonoma, per la quale è necessario scambiare una grande quantità di informazioni (presenza di altri veicoli, condizioni stradali, segnali stradali e così via.) e comunicazioni sicure tra tutti gli elementi dell’infrastruttura.

Il gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Angelo Bassi, professore ordinario di Fisica Teorica, ha sviluppato un’architettura basata sulla comunicazione quantistica per garantire lo scambio sicuro di informazioni tra i veicoli in movimento e i loro centri di controllo.

Da parte sua, l’azienda italiana Retelit ha contribuito alla valutazione dello stato attuale delle infrastrutture di telecomunicazioni presenti nonché allo sviluppo di un piano di potenziamento della rete che consenta l’implementazione efficiente e affidabile del 5G.

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