Alzare i limiti elettromagnetici allineando l’Italia all’Europa con l’obiettivo di accelerare la realizzazione delle nuove reti 5G a sostegno della digital economy. Questo l’obiettivo del Governo Meloni. Dopo la fumata nera di agosto, quando a sorpresa venne bocciato il provvedimento, la partita si riapre con l’approvazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia al disegno di legge Concorrenza. Che peraltro ha rivisto al ribasso la proposta di luglio, quella dei 24 volt metro: si passerà, questo è scritto nell’emendamento, dagli attuali 6 volt metro a 15 volt metro. Un “compromesso” che, è bene specificarlo, è comunque decisamente lontano dal tetto massimo dei 60 volt metro fissato dalla Commissione europea. Resteremo dunque fra i Paesi più “severi”. Ma una notizia più che positiva se si considera che grazie al rialzo dei limiti si potrà abbattere sensibilmente la quantità di antenne necessarie a coprire il territorio nazionale imprimendo dunque un’accelerazione ai piani degli operatori e soprattutto a quelli legati all’uso dei fondi del Pnrr.
Il coup de theatre dei 5Stelle e il “debutto” del Pd
La cattiva notizia è che si è improvvisamente, ma non a caso, allargato il fronte dei contrari al rialzo dei limiti, ossia di coloro che pur senza alcuna base scientifica paventano pericoli per la salute. Per la prima volta “debutta” nel calderone il Pd, che mai in passato si era fatto fautore di campagne simili mentre i 5Stelle hanno prima cavalcato l’onda in uno storytelling spesso scombinato e contradditorio in cui bisogna stare in allerta sul 5G per poi arrivare a smentire i pericoli per la salute e ora nuovamente a rilanciarli con un vero e proprio coup de theatre.
Dove è finita l’opposizione “costruttiva”?
Perché il Pd ha fatto questa scelta? Perché proprio ora? La risposta purtroppo è semplice: fare opposizione al Governo. Perché i 5Stelle hanno improvvisamente cambiato idea? Perché proprio ora? La risposta purtroppo è semplice: fare opposizione al Governo. “Riteniamo inaccettabile il blitz con cui la maggioranza ha dato l’ok all’emendamento Pogliese che alza le soglie dei campi elettromagnetici per lo sviluppo della rete 5G. Innalzare i limiti dagli attuali 0,6 V/m a 15V/m – su una media calcolata su 24 ore – senza un dettagliato approfondimento è un serio pericolo per la salute dei cittadini”: questa la nota firmata dal Pd insieme con 5Stelle e Avs. Un “dettagliato approfondimento”, dunque: non bastano ancora le rassicurazioni di Organizzazione mondiale della Sanità, Istituto Superiore della Sanità e di altre decine di enti internazionali già messe nero su bianco da anni, considerato che le bande di frequenza usate dal 5G sono di fatto le stesse delle generazioni precedenti al netto della porzione 26 Ghz su cui già nel 2021 si era peraltro espressa l’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria Anses.
La battaglia dell’Anci contro la disinformazione
È mai possibile che un partito come il Pd vada a salire sul carro del fronte anti-5G in questo modo e in momento in cui bisogna spingere la digitalizzazione del Paese e in cui per farlo servono reti capaci di sostenere un traffico e una potenza dati crescente? Dopo le battaglie portate avanti negli anni, con tanto di discesa in campo anche dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani, per sgombrare il campo dalla disinformazione e aiutare le amministrazioni più reticenti a passare all’azione? È questo fare opposizione “costruttiva”?