Continuano a proliferare le fake news sulla correlazione fra 5G e Coronavirus. E nonostante le ripetute smentite da parte di istituzioni scientifiche e persino di Governi l’onda sembra incontenibile. Molte delle bufale circolano sui social, tant’è che persino le stesse piattaforme si sono mobilitate per contenerne la diffusione con appositi filtri in grado di riconoscere le informazioni fake, da Facebook a Twitter, da Google a YouTube.
Quel che stupisce è che a dare voce a sedicenti esperti della materia sia la stampa. Questa mattina il quotidiano “Il Tempo” diretto da Franco Bechis, ha pubblicato un’intervista a tutta pagina a Luciano Mion, fondatore del Lam -Centro di geobiologia e naturopatia. Titolo: “Picchi di contagio? La colpa è del 5G”. Sommario: “Potrebbe aver scatenato la pandemia abbassando le difese immunitarie”. L’informazione ha certamente il compito di dare voce a tutte le posizioni, pro e contro teorie di vario genere, nel nome del pluralismo. Ma è compito dei professionisti del settore verificare anche chi siano gli interlocutori. Chi scrive non vuole certo fare lezioni di giornalismo, ma insomma è l’abc. Anche perché basta andare su Internet e nel tempo di un secondo si scopre che sul sito del Lam (https://www.geolam.info/prodotto/transmission-plus-braccialetto-multifunzioni-ad-uso-personale) è in vendita, al prezzo di 649 euro, un braccialetto, modello “Transmission Plus” che promette “miracoli”: il biomagnete al silicio, così è descritto, avrebbe proprietà “anti-Covid19, anti-elettrosmog e riequilibrante dei 15 principali apparati e sistemi umani”, si legge a chiare lettere. Chi scrive ha immediatamente segnalato la questione all’autorità Antistrust che in queste settimane si è spesa per chiudere decine di siti online dedicati alla vendita di dispositivi anti-Covid19. Vere e proprie truffe a danno non solo delle tasche dei consumatori ma anche della loro salute.
Che la stampa si faccia portavoce di soggetti di questo tipo è a dir poco sconcertante. Il tutto peraltro senza un contraddittorio, ossia senza nemmeno ascoltare i diretti interessati, le compagnie di telecomunicazioni chiamate dal Governo a rafforzare la posa delle infrastrutture a banda ultralarga fisse e mobile per garantire la connettività a tutto il Paese in un momento così delicato in cui proprio la connettività sta consentendo a molti di continuare a operare in modalità smart working contribuendo alla tenuta dell’economia. Anche l’Agcom ha istituito un tavolo sulle fake news e ci si augura che si metta fine una volta per tutte, anche nelle trasmissioni televisive, alla diffusione di notizie allarmistiche non supportate da riscontri scientifici. A tutela della salute umana in primis: la diffusione di tesi-fake sta già sortendo la corsa all’acquisto di ritrovati e dispositivi che non hanno alcuna proprietà anti-Covid19. Per non parlare dei danni alle antenne di telefonia mobile (non quelle 5G visto che ce ne sono ancora poche) che hanno già creato problemi di connettività in diverse aree del Paese (situazione che sta dilagando a livello mondiale). Il tutto mentre gli operatori mettono in campo fior di miliardi per portare avanti la copertura infrastrutturale offrendo ai consumatori giga e banda extra senza costi aggiuntivi. Così non va.