“La modifica dei limiti elettromagnetici prevede un percorso normativo di estrema complessità. Non è vero che ci sia una volontà avversa del governo. È sbagliato ridurre il tema alla semplice contrapposizione di schieramenti a favore o contrari all’innalzamento dei limiti”: il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti in un’intervista a Repubblica interviene sulla questione della revisione dei limiti elettromagnetici dopo settimane di silenzio a seguito della mancata approvazione dal parte del Consiglio dei ministri del provvedimento – già discusso e ampiamente sostenuto anche dall’Asstel – che avrebbe avviato l’iter per procedere con l’innalzamento dei parametri nazionali e adeguarli a quelli in vigore nella maggior parte dei Paesi europei.
Che fine ha fatto il Dpcm?
La mancata approvazione è stata “giustificata” ricorrendo all’ipotesi di un Dpcm ad hoc per accelerare l’iter: un provvedimento di cui si è però persa traccia nonostante le rassicurazioni del ministro delle Imprese Adolfo Urso che ha formalmente in capo il dossier. Butti prova a sgombrare il campo da quella che ai più è parsa l’ipotesi più realistica: il disaccordo politico sulla misura che avrebbe provocato lo stralcio last minute dal decreto Asset.
Il caso Italia e la strada dell’edge cloud
Ma secondo Butti “occorre valutare altri fattori a partire dalle modalità di misurazione che in Italia vengono effettuate, caso unico a livello continentale, in modo differente dal resto d’Europa”. E a tal proposito il Sottosegretario considera un’altra via di uscita: “Credo che l’implementazione del nostro piano per lo sviluppo della rete di edge cloud computing possa contribuire a risolvere il problema”. Anche se non è chiaro in che modo e con quali misure.
Il j’accuse alle telco e la roadmap Pnrr
Nell’intervista Butti lancia il j’accuse agli operatori di Tlc sul mancato rispetto della roadmap per la banda ultralarga indicando che sono già stata mancate la milestone del 30 dicembre 2022 e del 30 giugno 2023 nell’ambito del piano aree grigie e che ciò lascia prevedere un’analoga sorte per la prossima deadline. “I mali della rete italiana? La colpa è degli operatori che sono venuti meno agli impegni di copertura presi con il Governo”.
Co-sharing aree grigie, intesa Tim-Open Fiber
A proposito di aree grigie secondo il Sole24Ore, Tim e Open Fiber starebbero lavorando a un accordo di co-sharing sulle aree grigie, simile a quello già raggiunto sulle aree bianche che dovrebbe consentire a Open Fiber di utilizzare l’infrastruttura di FiberCop. L’accordo è quantificato in poche decine di milioni a fronte dei 200 milioni sborsati da Open Fiber nell’ambito dell’accordo sulle aree bianche. Il dossier dovrebbe essere discusso dal cda di Open Fiber.
Il dossier Netco
Reuters riferisce che Kkr avrebbe incaricato Egon Zehnder di selezionare il candidato amministratore delegato di NetCo. Il dossier della rete sarà sul tavolo del cda di Tim convocato per il 27 settembre ossia a pochi giorni dalla scadenza (il 30 settembre) per la presentazione dell’offerta vincolante da parte del fondo americano. Ancora da capire la posizione di Vivendi. Bloomberg riferisce che il co-fondatore Henry Kravis sarebbe questa settimana a Milano per sondare nuove opportunità di investimento in Italia.