“Il Governo ha rinviato ancora lo sblocco del 5G, tecnologia fondamentale per il nostro futuro. Mentre l’Europa va avanti, senza rinunciare alla sicurezza dei cittadini, l’Italia resta bloccata ostaggio del complottismo e dell’estremismo ambientalista. So che siamo tra i pochi a parlarne ma continuo a insistere: non c’è futuro per un Paese che vive di nostalgia e rifiuta l’innovazione. Spero che Meloni capisca l’errore di lunedì in Cdm e rimedi“. In un tweet il leader di Italia Viva Matteo Renzi accende i riflettori sul mancato disco verde da parte del Governo al rialzo dei limiti elettromagnetici che era stato dato per certo alla vigilia del Consiglio dei ministri di lunedì 7 agosto (l’ultimo prima della pausa estiva) ma che invece è stato rimandato a data da destinarsi.
Un Dpcm per bypassare l’iter parlamentare?
Secondo indiscrezioni sulla misura sarebbe stata trovata la quadra da parte della maggioranza e non è chiaro se l’approvazione sia stata rimandata perché considerata “non urgente” nell’ambito dei due decreti omnibus oppure perché sarebbe stata valutato un altro iter per accelerare i tempi di adozione, meglio un Dpcm per bypassare le lungaggini parlamentari. Ma non sono da escludersi discrepanze politiche dell’ultim’ora: la questione del rialzo dei limiti è particolarmente spinosa in termini di impatto considerate le ondate di fake news sui pericoli per la salute e le “lobby” che continuano a schierarsi contro la misura facendo leva essenzialmente sulle paure contro ogni evidenza scientifica. Che spesso e volentieri sono paradossalmente gli stessi che all’occorrenza si lamentano dei digital divide, dei segnali “deboli” e della connessione scarsamente performante.
Il rialzo dei limiti: da 6 a 24 volt metro
La bozza entrata in Cdm prevedeva un rialzo dei limiti a 24 volt metro dagli attuali 6 volt metro che fanno dell’Italia il Paese più “restrittivo”. La raccomandazione del Consiglio europeo 519 del 1999 fissa a 61 volt per metro il limite massimo per le emissioni dei ripetitori di telefonia mobile. 12 paesi (Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Finlandia, Estonia, Cipro) hanno seguito le raccomandazioni della Ue e hanno fissato il limite a 61 v/m.
La scarsa attenzione e lungimiranza dei media
Bocche cucite sulla questione e nessun giornalista presente alla conferenza stampa post Cdm ha chiesto lumi ai rappresentanti di governo presenti. A dimostrazione della scarsa importanza ancora data alla questione nonostante le enormi potenzialità del 5G in termini di sviluppo economico del Paese.