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5G, ecco le regole della gara frequenze. Attesi 2,5 miliardi

Approvate dal Consiglio Agcom, relatori i commissari Nicita e Posteraro, le procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle porzioni di spettro a 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz. Regolate per la prima volta in Europa le bande “pioniere”. A settembre la gara che sarà indetta dal Mise

Pubblicato il 23 Mag 2018

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Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ad esito della consultazione pubblica avviata con la delibera n. 89/18/CONS, ha approvato con delibera n. 231/18/CONS, relatori i Commissari Antonio Nicita e Francesco Posteraro, le procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz per sistemi di comunicazioni elettroniche di quinta generazione (5G).

L’Autorità è il primo regolatore europeo a definire un regolamento per l’assegnazione delle bande “pioniere” identificate a livello comunitario per lo sviluppo del 5G. Dalla gara di assegnazione lo Stato si aspetta un introito di almeno 2.5 miliardi di euro, di cui la metà a valere già da quest’anno. Sulla base del regolamento adottato, il Ministero dello sviluppo economico organizzerà la relativa gara che dovrà concludersi a settembre del corrente anno.

L’Autorità ha previsto di confezionare due lotti da 80 MHz e due lotti da 20 MHz all’interno della banda 3600-3800 MHz, con la previsione di un cap pari a 100 MHz. Con il rilascio di questa banda, sarà possibile l’introduzione di tecnologie innovative (Massive Mimo e beamforming) capaci, ad esempio, di seguire l’utente con “fari di capacità” e abilitanti servizi innovativi (connected car, e-health, etc.). Nei comuni più piccoli – sotto i 5000 abitanti – l’Autorità prevede, con la stessa banda, obblighi di copertura complementari a quelli previsti con i progetti BUL in corso, per evitare duplicazioni di interventi e consentire la massima copertura delle aree rurali o a bassa intensità abitativa.

Con la banda 700 MHz, l’Autorità pone l’accento sulla necessità di fornire servizi di tipo radiomobile classico alla pluralità della popolazione, senza dimenticare le aree turistiche, spesso trascurate per la mancanza di una popolazione residente stabile, e le principali direttrici di trasporto (autostrade, ferrovie AV, corridoi europei) e nodi connessi (stazioni, porti, aeroporti). Nelle zone più disagiate, l’Autorità prevede la possibilità per gli operatori di stipulare partnership per raggiungere gli obiettivi di copertura.  Al fine di favorire la concorrenza infrastrutturale e per questa via la concorrenza potenziale nei servizi l’Autorità ha previsto di riservare ad un  nuovo entrante un lotto di gara composto da due blocchi su sei di frequenze in banda 700 MHz. Un pacchetto di frequenze di questo tipo, infatti, appare garantire ad un soggetto nuovo entrante un’idonea disponibilità di risorse spettrali nella parte più “pregiata” fra le bande radiomobili classiche in ottica 5G.

Infine, nella banda 26 GHz, le cui caratteristiche di propagazione attenuano il problema delle interferenze, il regolamento dell’Autorità propone un modello innovativo di sharing, nel quale ciascun aggiudicatario di un lotto potrà usare le frequenze di tutti gli altri lotti laddove non utilizzate dagli altri aggiudicatari.

Il regolamento dell’Autorità favorisce infine lo sviluppo di nuovi attori nella catena del valore, tra cui operatori che realizzano esclusivamente l’infrastruttura fisica, nonchè service o partner provider, che collaborano con l’operatore titolare delle frequenze per offrire servizi 5G innovativi (ad esempio servizi dedicati a specifici settori e applicazioni verticali quali l’Energy l’eHealth, la smart mobility e, in generale, all’IoT, attraverso adatta connettività, fornita, ad esempio,con una c.d. “slice” o fetta di rete).

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