LE PROPOSTE

5G, fronte bipartisan per velocizzare la roadmap

Emendamenti di Pd, FI e FdI al dl Semplificazioni per impedire ai Comuni di intervenire con propri regolamenti per “minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”. Modifica di Italia Viva per alzare i limiti elettromagnetici

Pubblicato il 06 Lug 2021

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Fronte bipartisan in Parlamento per salvare il 5G. Tre emendamenti al decreto Semplificazioni, praticamente identici nella formulazione, sono stati presentati da deputati di Pd, FI e FdI puntano ad eliminare la possibilità per i Comuni di intervenire con propri regolamenti per “minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici” e cancellano ogni riferimento all’individuazione di siti sensibili, rimandando genericamente a obiettivi di qualità già esistenti.

Si tratta di un rafforzamento delle norma salva-5G, inserita del dl Semplificazioni del 2020, che limita il potere degli enti locali sull’installazione degli impianti 5G.

Le proposte dovrebbero essere votate nelle Commissioni Ambiente e Affari Costituzionali della Camera tra domani e dopodomani.

L’emendamento di Italia Viva

Tra gli emendamenti anche quello di Italia Viva (inserito nella short list degli “irrinunciabili”) al disegno di legge che dispone la conversione del decreto-legge del 31 maggio, avente ad oggetto la governance del Pnrr e le “prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.

La proposta, in particolare, prevede di inserire un comma che, di fatto, manda in soffitta la normativa attuale sui limiti italiani all’elettromagnetismo.

Due gli obiettivo dell’emendamento: il primo velocizzare la roadmap delle installazioni, riducendo il numero di antenne attualmente necessario alla quinta generazione mobile; il secondo abbattere ostacolo burocratici legati all’elevato numero di antenne.

Armonizzare i limiti: gli effetti

Rivedere i limiti in vigore in Italia e armonizzarli a quelli dei partner europei e dei principali competitor internazionali, in linea con le raccomandazioni Icnirp, comporterebbe numerosi benefici per il Sistema Paese.

Sul fronte sanitario va evidenziato che le reti potrebbero funzionare con potenze di trasmissione più omogenee permettendo a smartphone e tablet di agganciarsi prevalentemente alle antenne più vicine, con emissioni inferiori da parte dei dispositivi ai quali sono più esposti gli utilizzatori. Impatti positivi anche sul fronte paesaggistico e ambientale con la possibilità di utilizzare un numero inferiore di antenne con un minore “ingombro” sul paesaggio; inoltre un numero inferiore di impianti implicherebbe un consumo ridotto di energia elettrica, con meno emissioni di gas climalteranti, e di suolo.

Meno oneri burocratici: ci sarebbero meno richieste all’amministrazione pubblica e quindi impatto ridotto sugli uffici, che possono lavorare in modo più rapido ed efficiente.

C’è poi l’effetto economico: un minore fabbisogno di investimenti privati che contribuirebbe a consolidare la presenza di investitori esteri e aumenterebbe la marginalità del settore e anche la possibilità di investire maggiori risorse in ambiti come la ricerca e la sostenibilità.

Si tratta di una riforma a costo zero, di quelle che le istituzioni europee sollecitano con decisione in abbinamento alle politiche di bilancio. La revisione, pertanto, contribuirebbe al miglioramento della reputazione del Paese nel contesto dei rapporti diplomatici in seno alle istituzioni europee. La mancata revisione mette a repentaglio l’efficacia del 5% del Pnrr.

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