L'INTERVENTO

5G, Hedberg: “Troppi ostacoli e ostruzionismo. Così non si può proseguire”

Il ceo di WindTre: “Centinaia di Comuni hanno già detto no agli impianti. E le fake news sul Covid-19 esasperano la situazione. Occorre il sostegno del governo”. E sulla newco Tim-Open Fiber: “Il modello dell’operatore verticalmente integrato ci preoccupa. Bisognerebbe fare i conti con prezzi più alti, prestazioni inferiori e tempi più lunghi”

Pubblicato il 28 Apr 2020

WI 2017-06-27 JEFFREY HEDBERG

“Il 5G è una grande opportunità. Abbiamo modernizzato la nostra rete, afferma, che è ‘5G ready’, e abbiamo fatto un buon lavoro nella sperimentazione a L’Aquila e a Prato. Ma ci sono ostacoli. Innanzitutto le autorizzazioni: centinaia di Comuni hanno detto ‘no’ in vario modo agli impianti 5G. Senza parlare delle fake news sul legame Covid-5G“: questo l’allarme che Jeffrey Hedberg, ceo di WindTre lancia dalle colonne del Sole 24Ore in un’intervista che fa il punto sugli investimenti della compagnia e del settore e sulle risorse che dovranno essere messe in campo.

Gli investimenti nel 5G

“Come settore – evidenzia il numero uno di WindTre – abbiamo investito 6,5 miliardi nelle aste pubbliche per le licenze delle frequenze 5G e ora non siamo nelle condizioni di proseguire il rollout. Occorre il sostegno del governo. Inoltre, abbiamo limiti elettromagnetici in Italia che sono molto più stringenti rispetto al resto dell’Europa”. In quanto a Comuni che stanno vietando l’installazione delle antenne di nuova generazione con ordinanze ad hoc si è appena aggiunto alla lista quello di Messina. Dunque non sono solo i piccoli Comuni a cavalcare l’onda delle fake news. Fra le altre clamorose decisioni anti-5G quella del Comune di Civitavecchia.

Nelle tlc sono stati investiti negli ultimi 10 anni, 77 miliardi, più altri 13 per le frequenze – ricorda Hedberg -. “Bisogna considerare che nel settore gli azionisti sono in gran parte internazionali e hanno molte altre opportunità nel mondo. Hanno investito tanto perché credono nell’Italia, ma ora che è stata modernizzata la rete, sono state acquistate le frequenze e sono state fatte le prime sperimentazioni, c’è il rischio che un’impasse impedisca di raccogliere il ritorno sull’investimento”. WindTre e tutta la industry “stanno tenendo bene e non è un caso, perché è proprio il frutto degli investimenti ingenti fatti in questi anni. Siamo orgogliosi del ruolo che abbiamo assunto. Questo è il presente. Ma quello a cui penso è il futuro dell’Italia. Occorre agire oggi per avvantaggiarci sulle prossime sfide”.

La newco Tim-Open Fiber

Le nostre preoccupazioni sono legate al modello di un operatore integrato verticalmente, chiunque sia, e a quanto ancora durerà questa diatriba”. sottolinea Hedberg nel commentare l’eventualità di una newco Tim-Open Fiber con proprietà dell’infrastruttura in capo all’operatore guidato da Luigi Gubitosi. “Bisognerebbe fare i conti con prezzi più alti, prestazioni inferiori e tempi più lunghi per lo sviluppo delle infrastrutture”.

Non contrarietà ma preoccupazione dunque. E intanto il numero uno di WindTre ci tiene a evidenziare i risultati della partnership con Open Fiber:Siamo molto soddisfatti e del modello wholesale,  perché offre qualità, prezzi e grado di reattività di assoluto valore. Tre anni fa la maggioranza dei nostri clienti aveva l’Adsl; poi c’è stata un’accelerazione dell’ultrabroadband e ora il 65% dei nuovi abbonati ha la fibra ottica. Laddove ci sono operatori verticalmente integrati, invece, si deve fare i conti con prezzi più alti, prestazioni inferiori e tempi più lunghi per lo sviluppo delle infrastrutture. Ora non vogliamo veder perdere altri anni nell’attesa di valutazioni e approvazioni. Non vogliamo distrazioni, ma andare avanti con il rollout. Questo è tanto più importante oggi, con le persone che studiano e lavorano da casa”.

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