”I due posti guadagnati dall’Italia nel Desi, l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società europea, rappresentano un risultato incoraggiante per il Paese. Non possiamo che essere soddisfatti dei risultati raggiunti, come il primo posto nella copertura 5G, che è passata dall’8% delle aree popolate al 99,7%. Lavoreremo affinché questa tendenza possa confermarsi in futuro”. Lo dice Laura di Raimondo, direttrice Asstel-Assotelecomunicazioni sulla pubblicazione dell’indice Desi rilasciato dalla Commissione Europea.
Ora spinta alle competenze digitali
”Il nostro impegno sul rafforzamento delle competenze digitali, di base e avanzate, ed in particolare sul percorso di attuazione della missione 1 del Pnrr, proseguirà a beneficio del sistema economico e sociale – dice ancora Di Raimondo -: crediamo che la riforma del sistema formativo italiano, ridisegnando il rapporto tra scuole e imprese, rappresenti una strada per farci scalare ulteriormente la classifica, nonché sarà centrale per raggiungere gli obiettivi anche lo sviluppo delle competenze Stem e favorire alle ragazze pari condizioni per l’accesso al mondo del lavoro, alla carriera e al salario” conclude.
Il balzo dell’Italia nell’indice Desi
Secondo il Digital Economy and Society Index 2022, considerato il benchmark europeo della digitalizzazione, l’Italia sta compiendo passi da gigante. Il nostro Paese ha scalato due posizioni rispetto al 2021 e ci collochiamo al 18mo posto tra i 27 Stati dell’Unione europea.
“L’Italia – si legge nel report – sta guadagnando terreno e, se si considerano i progressi del suo punteggio Desi negli ultimi cinque anni, sta avanzando a ritmi molto sostenuti -. Negli ultimi anni le questioni digitali hanno acquisito attenzione politica, in particolare grazie all’istituzione di un ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, all’adozione di varie strategie chiave e al varo di molte misure strategiche”.
Connettività al rilancio
Sul fronte connettività l’Italia ha scalato la classifica, passando dal 23° al 7° posto in un anno, con un punteggio di 61,2, contro una media europea di 59,9.
Il progresso più significativo ha riguardato la copertura 5G che è passata dall’8% delle aree popolate al 99,7%, cifra che include la percentuale di copertura 5G fornita dalla tecnologia di condivisione dello spettro. L’aumento è attribuibile anche agli obblighi di copertura e di utilizzo dello spettro legati ai diritti d’uso delle bande di frequenze assegnate nel 2018, secondo il regolamento stabilito dall’Agcom.
Ma sulle skill digitali l’Italia è ancora indietro
Bene anche l’adozione del cloud nelle Pmi. Ma siamo quartultimi nella classifica delle skill: peggio di noi solo Polonia, Bulgaria e Romania. L’Italia sta colmando il divario rispetto all’Unione europea in fatto di competenze digitali di base; ancor oggi però oltre la metà dei cittadini italiani non dispone neppure di queste nozioni essenziali.
La percentuale degli specialisti digitali nella forza lavoro italiana è inferiore alla media dell’Ue e le prospettive per il futuro sono indebolite dai modesti tassi di iscrizione e laurea nel settore delle Ict. La Commissione scrive che “è assolutamente necessario un deciso cambio di passo nella preparazione dell’Italia in materia di competenze digitali”.