Il 5G sotto attacco nel Regno Unito. Le fake news che continuano a proliferare sui social network (e non solo) in merito alla correlazione fra la diffusione del Coronavirus e le antenne di quinta generazione mobile non solo sono pericolose per lo sviluppo della tecnologia ma stanno provocando danni concreti alle infrastrutture.
Gli atti vandalici a danno delle antenne continuano ad aumentare e nel mirino sono finite anche le antenne che garantiscono il segnale al Nightingale hospital di Birmingham, struttura in prima linea per la cura dei malati di Covid19. “Bruciare antenne danneggia un’importante infrastruttura nazionale”, ha scritto in un post su Linkedin Nick Jeffrey, chief executive di Vodafone Uk.

Nonostante le rassicurazioni persino da parte dell’Oms – “il Covid19 si sta diffondendo anche in paesi dove la rete 5G non è presente” – e i numerosi appelli, incluso quello della Gsma, gli studi che comprovano la sicurezza delle reti di nuova generazione a partire dalla recenti linee guida dell’Icnirp e la dicesa in campo della Commissione europea – la campagna denigratoria continua online al punto che alcuni esperti non escludono possa trattarsi di un’operazione studiata a tavolino da parte addirittura di “uno Stato” alla stregua di quanto fatto durante le elezioni presidenziali Usa. Dalle prime rilevazioni risulta infatti un quantitativo di post sui social tale da far pensare a una campagna che fa leva sui bot, ossia su sistemi automatici per la diffusione in massa di messaggi sulla Rete.
E mentre in Europa si tenta di arginare i danni, la Cina va avanti veloce sull’installazione delle nuove reti: gli operatori attivi nella regione dello Xinjiang, nella Cina nord-occidentale, hanno annunciato un investimento di oltre 200 milioni di dollari per l’installazione di 4.010 stazioni base 5G entro quest’anno. Stando alla roadmap le nuove reti saranno realizzate in primis nelle aree industriali e turistiche.