Il lancio del 5G in Europa subirà un ritardo che va dai 12 ai 18 mesi. A sostenerlo è un rapporto di PwC, che chiama in causa l’impatto che la pandemia di Covid-19 ha avuto sugli investimenti degli operatori. In particolare, il budget delle società di Tlc sta venendo reindirizzato per supportare la domanda di capacità di rete causata dall’aumento del lavoro a domicilio e dalla riduzione del pendolarismo. Nel complesso, gli investimenti del settore diminuiranno di circa 6-9 miliardi di euro nei prossimi due anni. Sulla base di queste prospettive, come riportato da Telecompaper, PwC ha invitato le compagnie di telecomunicazioni a rivedere il calendario per il lancio delle reti 5G.
Cosa rischia il mercato e quali contromisure prendere
Inadempienze e ritardi nei pagamenti tra i consumatori e i clienti aziendali, insieme agli utenti che scelgono pacchetti di abbonamento più economici o che rinegoziano i loro contratti, causeranno inoltre un calo dei ricavi per gli operatori di telecomunicazioni. Il rapporto stima un calo del 2-3% nel 2020 e un ulteriore 1-2% nel 2021, prima che inizi il recupero nel 2022.
Per bilanciare la domanda di servizi di infrastrutture fisse e 5G, secondo la società di consulenza gli operatori di rete dovrebbero rivedere i piani di investimento in conto capitale per raggiungere ulteriori efficienze e mitigare i ritardi relativi a progetti selezionati in altri settori. I maggiori impatti sul capitale investito saranno probabilmente sulle reti mobili e sui progetti It, stando alle rilevazioni di PwC.
I ritardi nell’implementazione del 5G comportano gravi rischi e costi per gli operatori, che faranno fatica a raggiungere gli obiettivi di ritorno sugli investimenti, afferma PwC. Criticità che coinvolgeranno anche le autorità di regolamentazione: i piani di sviluppo dell’economia digitale, infatti, dipendono fortemente dalla capacità delle aziende di fornire connettività 5G a livello nazionale.