L’Italia è fra i Paesi con più reti Ran 5G a firma di vendor cinesi, alias Huawei e Zte. È quanto emerge da un report di Strand Consult – che CorCom ha potuto visionare – e che mappa la situazione a livello europeo aggiornata al mese di dicembre.
Italia al settimo posto su 31 Paesi
Con il 51% delle infrastrutture in capo ai vendor cinesi ci piazziamo nella parte alta della classifica – al settimo posto su 31 paesi presi in esame – che vede in prima posizione Cipro, con il 100% delle reti realizzate dai cinesi, seguita da Olanda (72%), Bulgaria (65%), Austria (61%), Germania (59%) e Ungheria (53%).
Se è vero che in molti Paesi è partita la sostituzione dei network e in altri la via maestra è quella di optare per i due player europei – Ericsson e Nokia – per la realizzazione in particolare delle core network 5G, Strand Consult evidenzia che resta alta la percentuale di equipment cinese alivello continentale nonostante il pressing americano sugli “alleati” a seguito del ban d’oltreoceano.
Quanto costa l’upgrade o la sostituzione delle reti
Il 70-80% delle apparecchiature Ran esistenti deve essere sostituito, indipendentemente dalla decisione “politica” o dalla scelta del fornitore, evidenzia Strand. Negli ultimi 3 anni – si evince dal report – gli operatori di telefonia mobile hanno acquistato apparecchiature per le reti di accesso radio (Ran) per 8,75 miliardi di dollari (circa 2,9 miliardi di dollari all’anno). Il 40% di queste apparecchiature è stato acquistato da Huawei e Zte. Una stima prudente suggerisce che la sostituzione delle apparecchiature Huawei e Zte acquistate dal 2016 (che “probabilmente” possono essere aggiornate al 5G) costerà 3,5 miliardi di dollari. Questo importo è pari a 14 mesi di acquisti totali di reti di accesso radio (Ran) in Europa. Il costo effettivo per la sostituzione delle apparecchiature cinesi è di 3,5 miliardi di dollari per le apparecchiature non aggiornabili. Il costo equivale a un costo una tantum di 7 dollari o 6,5 euro per ogni abbonato di telefonia mobile.