LIMITI ELETTROMAGNETICI

5G, interrogazione in Senato: il Mimit prende tempo

In risposta alle richieste del senatore di Fratelli d’Italia, Matteo Gelmetti, la sottosegretaria Fausta Bergamotto ribadisce la disponibilità a procedere con una revisione dei parametri. Ma nessun decreto o provvedimento imminente

Pubblicato il 14 Set 2023

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Sui limiti elettromagnetici il ministero delle Imprese prende tempo. In occasione di un’interrogazione a Palazzo Madama a firma del senatore FdI Matteo Gelmetti, la sottosegretaria Fausta Bergamotto ha ribadito come il Mimit abbia da tempo “proposto una riflessione sulla peculiare restrizione cui sono vincolati gli operatori italiani rispetto ai competitor europei, pur avendo sempre come riferimento la salvaguardia della salute dei cittadini, ed ha a tal fine, tra l’altro, commissionato un apposito studio sul tema in parola, a valle del quale potranno essere valutati opportuni interventi anche di tipo normativo”.

L’interrogazione di Gelmetti

Nell’interrogazione il senatore di Fdi, Matteo Gelmetti, ha evidenziato come in Italia i limiti siano 100 volte più bassi, in termini di densità di potenza (0,1 watt a metro quadro), rispetto a quelli previsti dalla raccomandazione europea e vigenti nei principali Paesi Ue (10 watt a metro quadro), e come questo provochi notevoli difficoltà di implementazione delle reti mobili a banda ultralarga.

Alla luce di questo “si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda adottare iniziative normative volte ad armonizzare, anche parzialmente, gli attuali limiti elettromagnetici per favorire nuove opportunità di sviluppo e di futuro, contribuendo, in maniera determinante, anche al raggiungimento degli obiettivi del Pnrr ed in generale alla transizione digitale del Paese”, si legge nel testo dell’interrogazione.

La risposta del Mimit

All’interrogazione di Gelmetti ha risposto la sottosegretaria al Mimit, Fausta Bergamotto. “Nonostante non si trovi supporto nella letteratura scientifica nello stabilire un limite certo e definito all’esposizione a tali campi per la prevenzione di effetti dannosi per la salute, l’impianto normativo italiano vigente, con la definizione dei valori di attenzione, si prefigge di garantire al meglio la tutela della salute umana, avendo l’obiettivo di minimizzare in via precauzionale l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici – ha detto Bergamotto – Pertanto si terrà conto delle suesposte considerazioni per una revisione della normativa che miri a sviluppare velocemente ed efficacemente i servizi 5G per i cittadini e le imprese, contemperando tale esigenza con quelle connesse all’ambiente e alla salute”.

In questo senso Bergamotto ha evidenziato la possibilità di un compromesso che bilanci in modo equo gli interessi di tutti gli attori in gioco. “Si tratta di un tema molto importante e molto delicato, al quale è dedicato peraltro un apposito tavolo tra tutte le amministrazioni coinvolte, presieduto proprio dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Il Mimit ha da tempo proposto una riflessione sulla peculiare restrizione cui sono vincolati gli operatori italiani rispetto ai competitor europei, pur avendo sempre come riferimento la salvaguardia della salute dei cittadini, ed ha a tal fine, tra l’altro, commissionato un apposito studio sul tema in parola, a valle del quale potranno essere valutati opportuni interventi anche di tipo normativo”, ha concluso.

I dubbi di Butti

Il tema dei limiti elettromagnetici tiene banco tra gli esponenti di governo. In un’intervista a Repubblica, nei giorni scorsi, il sottosegretario all’Innovazione Alessio butti è intervenuto sulla questione a seguito della mancata approvazione dal parte del Consiglio dei ministri del provvedimento – già discusso e ampiamente sostenuto anche dall’Asstel – che avrebbe avviato l’iter per procedere con l’innalzamento dei parametri nazionali e adeguarli a quelli in vigore nella maggior parte dei Paesi europei.

La modifica dei limiti elettromagnetici prevede un percorso normativo di estrema complessità – ha puntializzato – Non è vero che ci sia una volontà avversa del governo. È sbagliato ridurre il tema alla semplice contrapposizione di schieramenti a favore o contrari all’innalzamento dei limiti”.

Secondo Butti “occorre valutare altri fattori a partire dalle modalità di misurazione che in Italia vengono effettuate, caso unico a livello continentale, in modo differente dal resto d’Europa”. E a tal proposito il Sottosegretario considera un’altra via di uscita: “Credo che l’implementazione del nostro piano per lo sviluppo della rete di edge cloud computing possa contribuire a risolvere il problema”.

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