L’Italia non è messa molto bene in tema di 5G. Anzi è messa piuttosto male. Nonostante l’asta già alle spalle da mesi il nostro Paese si piazza solo al 21mo posto fra i 38 Paesi europei mappati da inCites Consulting nell’Europe 5G Readiness Index.
Il tool, sviluppato tenendo conto di sei principali parametri (Infrastructure and Technology, Regulatory and Policy, Innovation Landscape, Human Capital, Country Profile, Demand) e 35 sotto-categorie punta non solo a offrire uno spaccato dello stato dell’arte ma ad aiutare le telco a capire quali sono le azioni da compiere per accelerare il roll out di reti e servizi.
L’Italia con il 21mo posto in classifica si piazza al di sotto delle principali economie europee e quindi dopo Germania, Francia e Regno Unito. Se è vero che il nostro Paese vanta il quarto posto alla voce Infrastrutture e Tecnologie – ma il posizionamento si deve all’asta 5G avvenuta in largo anticipo rispetto a molti Paesi e al numero di progetti pilota portati avanti – è anche vero, specifica inCites Consulting che si tratta dell’unico risultato in classifica per l’Italia al di sopra del 20mo posto. Alle categorie Innovation Landscape, Human Capital, Country Profile e Demand Categories l’Italia si piazza fra il 21mo e il 25mo posto: nonostante la spinta degli operatori il debole contesto macroeconomico abbinato con uno scenario anemico sul fronte dell’innovazione non consentono al nostro Paese di scalare la classifica. E la situazione addirittura precipita quando sotto esame finisce il contesto regolatorio: l’Italia è al 35mo posto e ciò è attribuibile – evidenziano gli analisti – a regole non adatte a facilitare il deployment delle reti di quinta generazione mobile.
Finlandia, Svezia e Svizzera i Paesi leader del 5G
Finlandia, Svezia e Svizzera sono ai primi tre posti nella classifica, paesi che tradizionalmente hanno aperto la strada allo sviluppo e all’adozione di nuove tecnologie, mentre Moldova, Ucraina e Bosnia-Erzegovina sono i tre paesi in coda. “I risultati della nostra analisi mostrano che esiste un divario significativo tra l’Europa occidentale e orientale e che i paesi del primo gruppo sono, in media, più pronti ad accogliere il lancio e ad adottare il 5G – spiega InCites – Inoltre, sembra esserci un’elevata correlazione tra la posizione di un paese nell’indice e la sua posizione geografica, che crea tre cluster di paesi con caratteristiche comuni. E non sorprende che il benessere di un paese, misurato dal Pil pro capite, sembra essere positivamente correlato al roll out del 5G”.
5G, i parametri chiave
Infrastruttura e tecnologia: include fattori relativi alle reti fisse e mobili esistenti che saranno utilizzate come base per reti 5G. Questa categoria comprende anche le fasi preparatorie, come le aste per l’assegnazione dello spettro ed i progetti pilota.
Regolamentazione e politica: include fattori legati alla flessibilità del quadro normativo che sarà fondamentale per facilitare lo sviluppo fluido e rapido delle reti 5G.
Scenario dell’innovazione: include i fattori relativi alle attività di ricerca e sviluppo di un paese, le sue capacità di innovazione, la disponibilità di fondi per sostenerlo e la cooperazione tra università e industria.
Capitale umano: è legato alla qualità del sistema educativo e alle iniziative di formazione sul lavoro che potrebbero essere utili per lo sviluppo e l’adozione di nuove tecnologie.
Profilo Paese: include fattori legati all’attuale situazione economica di un paese, alla concorrenza dell’industria delle telecomunicazioni e all’importanza delle nuove tecnologie per lo stato.
Domanda: include fattori legati all’adozione di reti di comunicazione e di telefonia fissa e mobile nonché l’uso di Internet.