LE MISURE

5G, la Germania come l’Italia: “perimetro cibernetico” esclude ban a Huawei

Il nuovo regolamento passa attraverso un “catalogo della sicurezza” a cui dovranno far riferimento le telco. Procedure di certificazione per testare le soluzioni dei fornitori. Garanzie e regole uguali per tutti, aziende Ue ed extra Ue

Pubblicato il 14 Ott 2019

5g-smartphone

Huawei non sarà “bannata” dal 5G in Germania. E attraverso un regolamento ad hoc la società potrà continuare a operare nel Paese alle stesse condizioni dei competitor. La misura, che secondo indiscrezioni è di imminente approvazione, prevede la messa a punto di un “catalogo di sicurezza”, che dovrebbe essere pubblicato già questa settimana, dove saranno messe nero su bianco le condizioni a cui dovranno sottostare tutte le aziende coinvolte nei progetti di quinta generazione mobile.

Deutsche Telekom, Vodafone, e Telefonica Deutschland – i tre operatori coinvolti nella partita – dovranno applicare standard di sicurezza avanzati negli elementi critici della rete, secondo il nuovo regolamento. I fornitori, da parte loro, dovranno essere “bollinati” come affidabili passando una serie di test di certificazione che, stando alle prime indiscrezioni, dovrebbero essere effettuato dall’autorità tedesca per la sicurezza informatica, l’Ufficio federale per la sicurezza delle informazioni.

Una strategia di fatto molto simile a quella italiana che attraverso il combinato disposto di Golden Power e Perimetro Cibernetico garantisce da un lato al governo di poter prendere l’ultima decisione in merito e dall’altro crea le condizioni di operatività per telco e fornitori, anche se i dettagli sono ancora tutti da definire.

“L’approccio della Germania non prevedeva e non prevede alcuna clausola di esclusione di società”, ha dichiarato a Reuters un alto funzionario del governo, il quale però preferisce non svelare la propria identità.

Il regolatore federale della rete e l’ente per la cybersecurity hanno lavorato per finalizzare il regolamento dopo aver stabilito i criteri di base a marzo su standard tecnici e governance.

La decisione del governo risponde anche alle richieste delle telco locali che si sono dette sin da subito contrarie all’esclusione di Huawei sollevando questioni legate al rallentamento del 5G nonché a una serie di costi aggiuntivi per la sostituzione di molte attrezzature già in uso.

L’Unione europea la scorsa settimana ha avvertito del rischio di un aumento degli attacchi informatici alle reti mobili 5G di prossima generazione da parte di entità sostenute dai governi. E non tornano comunque i conti in merito ai potenziali danni per le telco europee derivanti dall’esclusione di Huawei.

Nei giorni scorsi da uno studio redatto dalla Camera di commercio cinese all’Ue (CCCEU) e dalla Roland Berger Management Consultants e dedicato agli investimenti della Cina nella Ue è emerso che Huawei ha costruito 23 centri di ricerca e sviluppo in 14 Paesi dell’Ue, dove sono impiegati 2.383 dipendenti e sono investiti oltre 75 milioni di euro (82,9 milioni di dollari).

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