SPETTRO RADIO

5G, la rivolta delle TV: ReteCapri chiede 31 milioni di risarcimento

Il riordino dello spettro parte in salita, l’emittente rivendica un compenso per la rinuncia alla propria risorsa frequenziale: “Ad avere la peggio sono stati i soggetti concessionari di un solo multiplex”. Il broadcaster teme una “sostituzione con capacità trasmissiva ridotta”

Pubblicato il 05 Lug 2018

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Riforma dello spettro radio italiano in vista del 5G, partono le prime richieste al Governo di risarcimento da parte delle Tv. Ammonta a 31 milioni di euro la cifra rivendicata da ReteCapri per l'”abbandono” del canale 57 UHF e “l’eventuale sostituzione con capacità trasmissiva ridotta rispetto a quella odierna”. Spetterà ora al Mise guidato da Luigi Di Maio prendere posizione a riguardo.

La richiesta di ReteCapri si inserisce all’interno della partita – “scritta” nella Legge di Bilancio 2018 – che prevede una riduzione delle frequenze attualmente a disposizione delle emittenti televisive a favore degli operatori di Tlc per la realizzazione delle nuove reti 5G: in ballo l’asta che si terrà a settembre da cui il Governo si aspetta di ricavare in 3 anni 2,5 miliardi. L’Agcom ha già pubblicato il Piano nazionale di assegnazione frequenze che riordina l’etere.

“Gli operatori di rete – scrive ReteCapri – si aspettavano la batosta, che puntualmente è avvenuta: riduzione della risorsa, (10 reti in banda UHF) che inevitabilmente non è sufficiente per tutti gli Operatori nazionali. Sulla base, quindi, della delibera AGCOm N. 137/18/Cons che prevedeva l’avvio del procedimento per il nuovo piano frequenze con la cessione della banda 700MHz, ad avere la peggio sono stati i soggetti concessionari di un solo multiplex, come ReteCapri con l’Operatore di rete Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino. E’ per questo che si è reso necessario il ricorso al Tar del Lazio contro la suddetta delibera – così come già fatto da Mediaset e Cairo Network – al fine di chiedere il rilascio di una nuova concessione di capacità trasmissiva per lo meno uguale a quella precedentemente assegnata come Operatore di Rete in ambito nazionale”.

Per cui l’abbandono dell’attuale canale 57 UHF “e l’eventuale sostituzione con capacità trasmissiva ridotta rispetto a quella odierna, consentirà a ReteCapri di formulare una richiesta di risarcimento danni che fin d’ora si preannunciano non inferiori a 31 milioni di euro, vale a dire l’equivalente al corrispettivo richiesto in precedenza per l’assegnazione della licenza di Operatore di Rete in ambito nazionale su frequenza UHF”.

ReteCapri ricorda che “già nella precedente assegnazione è stata oggetto di forte discriminazione, in quanto la frequenza assegnatagli era di qualità inferiore (trasmissione in KFN che abbisogna di più canali per raggiungere la copertura nazionale) rispetto a quelle assegnate a Rai, Mediaset e Persidera (trasmissione in SFN-Single Frequency Network che consiste invece in un solo canale), e ulteriormente compromessa dalle limitazioni subite per interferenze provenienti da Stati della ex Jugoslavia, Svizzera e Francia. Senza contare la mancata assegnazione di un secondo multiplex pur avendo ReteCapri, al pari di un altro operatore, titoli per analoga autorizzazione”.

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