SCENARI

5G, l’Europa arranca: scarsa copertura, ritardi sulla roadmap e regole inadeguate

È quanto emerge dal report “The State of digital communications 2021” di Analysys Mason per Etno. Troppa frammentazione e regolamentazione non in linea con la spinta e la necessità di investimento. Il comparto Tlc ad elevata intensità di capitale è fondamentale per il Pil continentale. Ma si inasprisce la competizione, anche con gli Ott

Pubblicato il 29 Gen 2021

apre

L’Europa sta accelerando sul fronte 5G e digitalizzazioni, con performance al rialzo rispetto a un anno fa, ma  resta forte il divario con Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone. È quanto emerge dal report “The State of digital communications 2021” realizzato da Analysy Mason per l’Etno, l’associazione che rappresenta i principali operatori di Tlc in Europa.

È sul 5G che si evidenziano i principali gap: le gare procedono al rilento, alcuni Paesi le hanno rimandate rispetto alla roadmap iniziale e sono ancora diversi quelli che devono assegnare le frequenze. I mercati nazionali rimangono poi molto frammentati e la regolamentazione continua a pesare sugli investimenti.

“Supportiamo la Commissione europea nel suo tentativo di raggiungere la leadership digitale globale. Ma ciò richiede una rinnovata attenzione agli investimenti in 5G, fibra e innovazione digitale. Le reti e i servizi digitali sono la base per la competitività globale e la ripresa verde dell’Europa”, sottolinea Lise Fuhr, Direttore generale dell’Etno.

E Rupert Wood, Direttore della ricerca di Analysys Mason evidenzia che “la pandemia ha comportato per gli operatori europei cambiamenti radicali nell’utilizzo delle reti e nuove sfide operative. Gli operatori restano esposti a pressioni concorrenziali maggiori che altrove e di conseguenza i ricavi cambiano poco in relazione all’aumento della domanda. Nonostante queste difficoltà, continuano a investire pesantemente in fibra e infrastrutture 5G per sostenere la ripresa europea e un’agenda digitale post-pandemia”.

5G, in Europa copertura al 24,4% e la domanda resta debole

Riguardo ai dati emersi dall’indagine si stima che le famiglie coperte da Ftth cresceranno dal 43% nel 2020 al 50% nel 2022. E sul fronte del 5G la copertura è cresciuta dal 12,9% nel 2019 al 24,4% nel terzo trimestre 2020. Percentuale inferiore a quella degli Stati Uniti – dove il 76% della popolazione è già coperta dal 5G – o della Corea del Sud – dove si sale al 93%. Le metriche della domanda europea risultano inoltre più deboli che in altre aree geografiche, il che a sua volta potrebbe influenzare il lancio di business case. E ancora,  la spesa media pro capite per le telecomunicazioni in Europa è di 34,7 euro, meno della metà al confronto con i 76,1 negli Stati Uniti e lontana anche dai 52,5 in Giappone . Anche il ricavo medio per utente è inferiore in Europa (14,9 euro) rispetto a Usa (36,9 euro) e Giappone (28,1 euro).

“L’UE ha fatto progressi sia sul 5G che sulla fibra, ma non corriamo ancora abbastanza veloce. Governi e regolatori devono mettere in campo il loro supporto per una rapida crescita degli investimenti. Ne va della competitività di lungo termine del Paese, ma anche della ripresa dalla recessione nel breve termine”, commenta Alessandro Gropelli, Vice-Direttore Generale dell’Etno.

Gli investimenti crescono, ma anche le tensioni

Gli investimenti complessivi del settore telecomunicazioni in Europa hanno raggiunto i 51,7 miliardi nel 2019, rispetto ai 48,6 miliardi nel 2018. Il 70% fa capo a operatori associate Etno. Il settore delle telecomunicazioni conferma il suo contributo significativo all’economia dell’UE: il valore aggiunto dalle società Etno al Pil è stato di 141,5 miliardi di euro nel 2019, rispetto ai 136,9 miliardi di euro del 2018.

La capacità di investimento del settore europeo risulta aumentata: l’intensità di capitale delle società Etno è del 18,7%, a un livello superiore rispetto a Corea del Sud, Giappone e Usa, tutti inferiori al 16%. Ciò significa che le società di telecomunicazioni dedicano un livello relativamente più elevato nel rapporto fatturato-investimenti. Ciò che preoccupa – evidenzia lo studio – è che, nonostante ciò, l’investimento pro capite in Europa è stato di 94,8 euro, contro 229,8 euro in Giappone e 214 euro negli Stati Uniti.

Il settore europeo delle telecomunicazioni deve essere rafforzato

La continua frammentazione del mercato e gli elevati livelli di restrizioni normative hanno contribuito, nel corso degli anni, all’indebolimento del settore europeo delle telecomunicazioni. Nel 2020, tutte le società di telecomunicazioni europee hanno perso terreno nella classifica degli operatori “Top 15 al mondo” rispetto agli anni passati. Solo 4 società di telecomunicazioni europee sono rimaste nella classifica nel 2020, in calo rispetto alle 6 del 2010. Ciò riflette un mercato frammentato con oltre 39 operatori di rete mobile, ma anche bassi livelli di digitalizzazione e domanda: l’utilizzo medio pro capite dell’Europa è di 6,08 GB, al contrario a livelli più elevati altrove: 11,05 GB negli Stati Uniti o 8,54 in Corea del Sud.

Innovazione: la concorrenza globale è alta, AI e OTT sono una sfida

Mentre il continente si sforza di colmare i divari digitali, le società di telecomunicazioni europee continuano ad espandersi in aree che vanno oltre la connettività di base, compresi i modelli di business basati su dati, cloud e sicurezza. Il rapporto rileva che i ricavi delle telecomunicazioni europee dai servizi digitali (ad esempio soluzioni aziendali, sicurezza, gestione desktop) dovrebbero passare da 65 miliardi nel 2017 a 100,4 miliardi nel 2021. Analogamente, segnali positivi provengono dall’IoT, con il numero di le connessioni attive in Europa dovrebbero raggiungere gli 838 milioni entro il 2027.

Allo stesso tempo, la pressione competitiva delle grandi aziende tecnologiche rimane elevata. Si prevede che gli utenti voce OTT aumenteranno dal 40% di quelli con una connessione mobile nel 2017 a oltre il 60% nel 2024. Gli utenti di messaggistica OTT dovrebbero espandersi da quasi il 70% nel 2017 al 90% nel 2024. Ciò evidenzia il ruolo di grandi società tecnologiche nei mercati delle comunicazioni, in un momento in cui l’UE sta cercando di regolamentare i servizi digitali forniti dalle grandi piattaforme.

Sul fronte dell’intelligenza artificiale, l’Europa ha un ruolo significativo nel promuovere l’innovazione. Nel periodo 2010-2020, l’Europa ha ottenuto 11.400 brevetti di intelligenza artificiale con risultati migliori della Cina (5.700) e del Giappone (4.000), ma ben dietro gli Stati Uniti (53.200) e la Corea del Sud (16.800).

Transizione verde: ulteriori miglioramenti dalle società di telecomunicazioni

Le società di telecomunicazioni dell’UE sono prima di tutto promotrici di altri settori mentre si sforzano di adottare soluzioni digitali per ridurre la loro impronta di carbonio. Allo stesso tempo, gli operatori stanno accelerando i lavori per raggiungere la neutralità del carbonio per il proprio settore. L’intensità di carbonio delle società Etno è diminuita nel 2019, con emissioni di 27 grammi per euro guadagnato rispetto a 29 grammi nel 2018. Le società Etno hanno inoltre ridotto il loro utilizzo di energia non rinnovabile del 23% e aumentato il loro utilizzo di energia rinnovabile del 24% . in un anno (Periodo: 2018-2019). Si tratta di un ulteriore miglioramento rispetto al periodo precedente 2017-2018, dove le rinnovabili sono aumentate del 18% e le non rinnovabili sono diminuite del 9%.

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