Il 5G ha il potenziale per colmare il divario digitale e sostenere una ripresa economica inclusiva, aumentando le opportunità nelle comunità rurali e contribuendo a collegare le aree remote a un’economia più ampia. È questo quanto emerso dall’evento Ericsson “Road to recovery: how 5G can power smart rural development” in occasione del quale si sono confrontati manager, esperti ed esponenti delle istituzioni Ue.
Per Marie Hogan, Head of Mobile Broadband and IoT, Ericsson il 5G non è solo una tecnologia in grado di connettere le aree rurali ed abilitare il business ma “anche uno straordinario strumento di inclusione sociale”.
“La crisi provocata dal Covid-19 ha dimostrato l’importanza della connettività – ha sottolineato Hogan – Circa la metà dei cittadini europei vive in zone rurali e necessita di reti veloci, sicure e affidabili per lavorare, apprendere ma anche per accedere a distanza ai servizi pubblici come l’assistenza sanitaria. E la pandemia ha anche messo a nudo il digital divide che affligge l’Europa con il 40% delle persone che vive nelle zone rurali senza accesso alla banda larga ad alta velocità”.
“Dato che consente un accesso wireless conveniente e affidabile, il 5G può superare questo problema, soprattutto nel post Covid quando sarà necessario mette in atto politiche inclusive”, ha concluso Hogan.
Il 5G è in grado di fornire alle aree rurali l’accesso a una connettività digitale di primo livello, consentendo l’innovazione nelle tecnologie emergenti, come la Realtà Virtuale immersiva nonché una connessione in grado di supportare servizi di telemedicina e altri servizi pubblici dedicati ai cittadini presenti nelle aree rurali.
“Inoltre il massive IoT abilitato dal 5G – ha sottolineato Hogan – contribuirà alla diffusione di modelli di smart agricolture, sostenendo l’acquisizione dei dati in tempo reale e l’analisi delle condizioni di umidità del suolo, delle colture e dell’aria”.
Secondo le stime di Analysys Mason il 5G determinerà 55 miliardi in benefici economici netti tramite, appunto, investimenti in connettività e agricoltura smart.
Sul fronte investimenti, come chiarito da Juan Manuel Velasco Leon, Programme Manager Broadband, DG AGRI, della Commissione europea, un ruolo centrale lo giocherà il Next Generation Eu. “La sfida che la Commissione vuole vincere – ha ricordato Velasco – è collegare ad altà velocità anche le zone più remote. Ecco perché nella programmazione 2021-2027 sono stati previsti fondi per la copertura mobile, Fwa o 5G, laddove non è possibile arrivare con la fibra. E l’obiettivo è anche abilitare modalità di agricoltura più smart e meno impattanti sull’ambiente”.
Il 5G, ne è convinta la Commissione Ue, può supportare una ripresa economica inclusiva e rivitalizzare le aree rurali aiutando le imprese locali a digitalizzarsi e connettersi con altri settori: ciò contribuirà ad attirare ulteriori investimenti e dunque anche a ripopolare quelle zone, sostenendo la visione a lungo termine della Commissione per le zone rurali.
Proprio sull’importanza del capitale umano si è incentrato l’intervento di Pekka Pesonen, Segretario generale del Copa Cogeca (l’associazione europea della imprese agricole cooperative). “La connettività – ha puntualizzato Pesonen – oltre a rappresentare un driver di sviluppo di business è anche un potente strumento di attrazione per i giovani agricoltori e, quindi, di ripopolamente delle zone agricole che oggi hanno bisogno, sì, di banda ultralarga ma anche di competenze ad alto valore aggiunto”.
Un settore agricolo moderno e sostenibile è fondamentale per il successo del Green Deal europeo, come ha tenuto a specificare Franc Bogovič, europarlamentare e promotore della Smart Villages Initiative al Parlamento europeo.
“Il 5G può aiutare il settore ad adattarsi e capitalizzare le transizioni verdi e digitali, guidando produttività e sostenibilità – ha detto – E costruendo contesti economico e sociali in linea con la rivoluzione green che la Ue sta mettendo in campo”.