Non solo banda ultralarga fissa nelle aree grigie. A Infratel sarà assegnata anche la mappatura dello stato di avanzamento delle reti 5G. E’ quanto emerge dal documento approvato dal comitato interministeriale per la Transizione digitale (scarica qui il testo).
. L’obiettivo è avere chiara la roadmap per mettere a punto il bando di gara relativo all’impiego dei fondi pubblici previsti dal Pnrr nella porzione dedicata alle nuove reti a banda ultralarga e quindi anche per quelle 5G.
Gli operatori di Tlc titolari di licenze 5G – quelle della gara lacrime e sangue per le frequenze – hanno già obblighi di copertura pressocché per portare il segnale di nuova generazione su tutto il territorio nazionale, ad eccezione di pochi punti percentuali che fanno riferimento ad aree impervie e periferiche – in particolare quelle montane – a popolazione quasi zero e dove installare le reti risulta economicamente svantaggioso considerato lo scarso ritorno di investimento.
Ed è proprio per evitare che una parte della popolazione, seppur minimale, resti esclusa dalla nuova connettività – sempre più determinante anche e soprattutto per lo sviluppo economico dei territori – che si lavora ad una gara ad hoc, in parallelo con quella per le aree grigie i cui lavori per la nuova mappatura sono già stati avviati da Infratel ed è fissata al 15 giugno la deadline in capo alle telco per la presentazione dei propri piani di infrastrutturazione (sia quelli al 30 aprile 2021, sia quelli previsti per i prossimi cinque anni).
Riguardo alle tempistiche esecutive la partita slitterà però al 2022: per le aree grigie il bando è atteso per la fine di quest’anno e inizio del prossimo. E sul fronte 5G al momento non è chiara la roadmap. Il comitato interministeriale per la Transizione digitale si è riunito ieri per la prima volta: all’ordine del giorno proprio l’inizio dei lavori per il “pacchetto” ultrabroadband da 6,7 miliardi previsto dal Pnrr.