“L’obiettivo che abbiamo è quello di immaginare un 5G che viene utilizzato non solo dagli operatori telco per il fine della personal communication, ma attraverso poche torri importanti fornisca anche quell’ombrello significativo che consente di raggiungere anche tutti i terminali fissi” per la ricezione di segnali broadcast radiotelevisivi. Lo ha affermato Stefano Ciccotti, responsabile area tecnologica della Rai, in audizione in commissione Trasporti della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul 5G e le nuove tecnologie per le telecomunicazioni. La Rai, ha osservato il responsabile tecnico, “possiede l’infrastruttura tecnologica attraverso Rai Way necessaria per la diffusione dei programmi radiotelevisivi all’utenza. Abbiamo un tipo di infrastruttura che permette di garantire il massimo della qualità possibile all’enorme platea dei ricevitori fissi. Questa infrastruttura purtroppo non è adatta alla copertura di terminali mobili, sia per natura tecnologica e scelta di standard, sia perché le caratteristiche di mobilità sul territorio dei terminali personali sono tali da non consentire che con poche torri, qualche migliaio, si riesca a raggiungere con adeguata qualità i terminali mobili ovunque”.
Le reti mobili come il 5G, per Ciccotti, “hanno invece la capacità di essere ubique, fortemente pervasive e estremamente affidabili in termini di segnale, ma viceversa non sono in grado oggi e probabilmente non sono neanche interessate ad esserlo domani, a trattare quello che è il cosiddetto streaming live classico. Immaginare di collegare il primo televisore domestico a una rete mobile 5G per la fruizione in diretta dello streaming di un contenuto televisivo è un nonsenso sia dal punto di vista tecnico che poi della capacità della rete retrostante di collegamento di gestire tutto questo traffico”. E’ quindi necessario, per la Rai, “arrivare a una sorta di mix tra le due infrastrutture”. “E’ questo uno dei lavori che stiamo svolgendo in questa fase dal punto di vista sia sperimentale che di normazione” ha riferito Ciccotti, spiegando che la Rai sta “cercando di porre a fattor comune l’evoluzione dello standard 5G, che è molto aperto e efficiente, e che permette anche di portare al suo interno anche delle specificità di trasmissione di tipo broadcast, e utilizzare questa duplice natura – broadcast e bidirezionale pervasiva – attraverso una sovrapposizione intelligente di due infrastrutture”.