BANDA ULTRALARGA MOBILE

5G, per l’85% degli italiani è un’opportunità. Le reti digitali nella top ten con ferrovie e strade



Indirizzo copiato

È quanto emerge da un’indagine elaborata dall’Istituto Piepoli per Inwit presentata in occasione del primo Sustainability Day della tower company. Il direttore generale Galli: “Il contesto è molto favorevole agli investimenti”. Il ministro Urso: “Determinante il ruolo dei neutral host”

Pubblicato il 13 mag 2024



Senza titolo

Le infrastrutture digitali sono un valore per la collettività, fonte di sviluppo economico e sociale: lo afferma il 94% degli italiani, Inoltre, l’84% degli intervistati è convinto che la diffusione della tecnologia 5G sia importante per lo sviluppo e la crescita sostenibile del Paese e l’85% ritiene che il 5G rappresenti un’opportunità di crescita, molto più che un rischio. È quanto emerge dall’indagine elaborata dall’Istituto Piepoli per Inwit e presentata in occasione del primo Sustainability Day del principale tower operator italiano. L’incontro, svoltosi presso l’Associazione Civita, è stato inaugurato dai saluti del presidente dell’Associazione Gianni Letta e moderato da Michelangelo Suigo, direttore Relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit.

Il modello delle infrastrutture condivise

“Inwit ha la missione di investire per sviluppare, realizzare e gestire la rete a servizio della connettività mobile e diffusa, e lo fa con un modello di business intrinsecamente sostenibile basato su infrastrutture condivise”, ha affermato il direttore generale di Inwit, Diego Galli. “Questa parola, condivisione, ha un ruolo centrale che si collega al nostro ruolo di neutral host, che è fortemente innovativo rispetto al vecchio modello di business delle aziende delle telecomunicazioni: noi realizziamo un’infrastruttura che è aperta e disponibile per tutti. Questo crea un sistema molto più efficiente, e una catena del valore più efficiente garantisce ritorni economici più sostenibili e migliori, e limita l’utilizzo di risorse e, quindi, l’impatto ambientale”. La pubblicazione del primo Bilancio Integrato di Inwit rende ancora più evidente quanto l’integrazione della sostenibilità nel business sia una leva per la creazione di valore, non solo per gli azionisti, ma per tutti gli stakeholder, ha proseguito Galli: “È un modello solido che attrae investimenti e che ci permetterà di investire 800 milioni di euro in due anni, come previsto dal Piano industriale 2024-2026, per nuove torri, infrastrutture su cui gli operatori potranno sviluppare i loro servizi, inclusi quelli per il 5G”.

Il ruolo portante dei neutral host

“In un’epoca in cui la tecnologia pervade ogni aspetto della nostra vita, la collaborazione nell’uso delle infrastrutture è assolutamente indispensabile per arrivare al massimo dello sviluppo digitale”, ha affermato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, in un videomessaggio. “Per garantire il principio di accessibilità universale ai servizi digitali, il nostro ministero è impegnato nella promozione, attraverso numerosi interventi normativi, di una copertura più ampia delle reti ad altissima capacità, un intervento che guarda soprattutto alle comunità rurali e svantaggiate”. E il ministro ha sottolineato “l’importante ruolo innovativo dei neutral host”, ossia delle società che come Inwit realizzano servizi multi-operatore. Il ministro ha, in particolare, evidenziato: “Abbiamo fatto un importante passo in avanti con l’intervento legislativo sul Codice delle comunicazioni elettroniche e l’innalzamento dei limiti elettromagnetici. Il Piano Italia 5G assicura un salto di qualità della nostra rete mobile anche nelle aree cosiddette a fallimento di mercato”.

Per Salvatore Deidda, presidente della commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati, intervenuto un video messaggio: “Il lavoro sul correttivo del Codice delle comunicazioni elettroniche da parte della commissione che presiedo ha puntato a superare le criticità e a fugare ogni dubbio nello sviluppo delle infrastrutture digitali. Dobbiamo fare passi avanti non solo per raggiungere i risultati del Pnrr, ma in generale per offrire soluzioni digitali che giovino a tutta la comunità”.

Il 5G motore dei territori

In base al sondaggio di Istituto Piepoli, il 94%, la quasi totalità degli italiani è consapevole del valore che le infrastrutture digitali creano per il territorio e la collettività in cui sono presenti – e il dato è in crescita rispetto al rilevamento dell’anno scorso (91%).

Inoltre, ha sottolineato Livio Gigliuto, presidente di Istituto Piepoli, “gli italiani indicano la rete digitale al terzo posto (dopo rete ferroviaria e stradale/autostradale) tra le infrastrutture in termini di priorità di investimenti per il Paese, guadagnando una posizione rispetto al 2023. La rete digitale è considerata più importante persino di quella idrica, perché capace di far crescere e modernizzare la pubblica amministrazione e favorire le pari opportunità e l’uguaglianza”.

Lo studio indica, inoltre, che poco più di un terzo (34%) degli intervistati è a conoscenza dell’innalzamento dei livelli delle emissioni elettromagnetiche in Italia, scattato il 30 aprile. Di questi, tuttavia, la grande maggioranza (81%) valuta positivamente questo provvedimento.

Inoltre, l’84% degli intervistati è convinto che la diffusione della tecnologia 5G sia importante per lo sviluppo e la crescita sostenibile del Paese e l’85% ritiene che il 5G rappresenti un’opportunità di crescita, molto più che un rischio. C’è, tuttavia, ancora un gap di conoscenza sul 5G e persiste anche qualche preoccupazione, in analogia ad altri temi sui quali le fake news tendono a confondere rispetto alla razionalità scientifica.

“Per la maggior parte degli italiani nel 5G le opportunità superano i rischi, ma c’è una percentuale di persone che lo temono e che temono il digitale in generale”, ha evidenziato Gigliuto.

C’è ancora da fare sulle fake news

“Le fake news sul digitale e il 5G sono ancora diffuse perché fanno parte di una mentalità pervasiva. Anche nella Pubblica amministrazione permangono ostacoli”, ha affermato il direttore generale di Inwit, Galli. “Non a livello centrale, dove è stato fatto molto per supportare il settore, come il silenzio assenso ridotto da 90 a 60 giorni: noi oggi impieghiamo per una torre nuova 10 mesi, ma 8 sono solo per i permessi, e accorciare questo tempo ci farebbe risparmiare denaro, risorse e ci aiuterebbe ad andare più veloci. Ma nella PA locale a volte permangono le resistenze e le regole generali spesso non sono implementate con coerenza”.

Galli ha ricordato che Inwit si è aggiudicata il bando Pnrr “Italia 5G” in rete temporanea d’impresa con Tim e Vodafone, ma l’esecuzione è inevitabilmente legata al rilascio delle autorizzazioni da parte dei comuni, dove ancora “c’è un 25% di dinieghi alla richiesta di installazioni nei siti. Lavoreremo per accelerare la diffusione di infrastrutture ben accette nelle comunità locali e per superare i bias del non nel mio giardino”.

Gli italiani e il 5G

L’indagine di Istituto Piepoli è stata elaborata su un campione di 1.500 italiani tra i 18 e i 70 anni. La quasi totalità degli italiani, il 94%, è consapevole del fatto che l’infrastruttura digitale crea valore per il territorio e la collettività. Un 40% ne è estremamente consapevole. Le fasce di popolazione che registrano i tassi di consapevolezza più alti sono gli abitanti dei centri storici (47%), i laureati (45%), gli over 55 (44%), a livello geografico gli abitanti del Nord Est (44%).

In generale, l’84% degli intervistati è favorevole alla costruzione di nuove infrastrutture digitali (e un terzo è “estremante favorevole”); oltre la metà (53%) ritiene che lo sviluppo di nuove infrastrutture e il potenziamento di quelle esistenti dovrebbe avvenire in tempi rapidi.

Per quanto riguarda i principali vantaggi che conseguirebbero dallo sviluppo delle infrastrutture digitali, attraverso la diffusione capillare delle connessioni, il 45% degli intervistati indica la “riduzione del digital divide”, mentre per il 40% “contribuisce a una società più innovativa e connessa”. Il beneficio nella riduzione del digital divide è percepito soprattutto da chi vive in una frazione di Comune (50%) o in una zona isolata/rurale (49%), ma ne è consapevole anche chi abita in un Comune di grandi dimensioni (48%).

L’84% del campione, coerentemente si dichiara anche favorevole alla costruzione di infrastrutture digitali. Di questi un terzo è “estremamente favorevole”; tra questi l’esigenza appare più forte tra chi vive nei centri storici (39%), nei Comuni di medie dimensioni (38%) e i giovani tra i 18 e i 34 anni (36%), con prevalenza di uomini (36%) e di abitanti del Sud e delle isole (35%).

Analizzando la soddisfazione degli italiani riguardo alle reti infrastrutturali, le infrastrutture digitali sono superate solo dalle infrastrutture elettriche, gas e aeroportuali e si confermano prima della rete portuale, autostradale, idrica e ferroviaria, con un gradimento del 64%. In termini di priorità di investimenti, la rete digitale si posiziona al terzo posto tra le infrastrutture, col 50%, guadagnando una posizione rispetto alla rilevazione dello scorso anno.

La conoscenza sul 5G è rimasta sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno. Il 62% degli intervistati ritiene di essere molto o abbastanza informato sulla tecnologia mobile 5G. Risulta molto diffusa (pari all’84%) la convinzione tra gli intervistati che il 5G possa dare un importante contributo alla crescita e allo sviluppo sostenibile dell’Italia. L’85% degli intervistati ritiene la tecnologia 5G un’opportunità (e non un rischio) per la crescita del Paese. Riguardo al parziale adeguamento dei livelli delle emissioni elettromagnetiche in Italia, solo poco più di un terzo (34%) degli intervistati è a conoscenza dell’adeguamento. Di questi, tuttavia, la grande maggioranza (81%) valuta positivamente questo provvedimento.

Gli intervistati condividono il core business e la missione di Inwit. Quasi 9 intervistati su 10 (87%) ritengono infatti importante lo sviluppo di infrastrutture digitali condivise per la creazione di valore per la collettività.

Digitale e sostenibilità

Nei suoi saluti introduttivi Gianni Letta ha sottolineato la scelta di Inwit di tenere il suo primo Sustainability Day presso la sede dell’Associazione Civita, che “ha un forte impegno sulla sostenibilità grazie al lavoro del segretario generale Simonetta Giordani”, ha affermato Letta. “La sostenibilità è un valore e Inwit lo esprime migliorando la qualità della nostra vita grazie alle interconnessioni digitali condivise. Il digitale è il primo alleato della sostenibilità”.

“La sostenibilità è importante quanto gli indicatori economici e finanziari”, ha affermato Laura Cavatorta, Presidente Comitato sostenibilità Inwit, Comitato Esg Snam. “Per ogni azienda è importante usare il proprio core business per fare sostenibilità, innovando prodotti e processi, perché l’impatto che può produrre è maggiore. Inwit è una società intrinsecamente sostenibile grazie al suo posizionamento di neutral host, alle torri condivise e all’impegno contro il digital divide. La collaborazione a volte dà più frutti della pura competizione e Inwit sta dimostrando il valore di questa transizione sostenibile”.

Sulla riduzione del digital divide, ma anche sui temi della digitalizzazione della pubblica amministrazione, è intervenuta Monica Lucarelli, Assessora sviluppo economico e pari opportunità di Roma Capitale.

“In Aula sono in arrivo il nostro documento sull’utilizzo delle infrastrutture digitali e un progetto per l’infrastruttura 5G e 6G, e sono tappe essenziali, perché solo un’amministrazione digitale può servire il territorio”, ha evidenziato Lucarelli. “Per esempio, abbiamo bisogno di digitale per i trasporti e di un’infrastruttura digitale che sostenga l’analisi predittiva dei dati e delle immagini, integrate su un’unica rete sicura, in modo da migliorare la capacità di erogare servizi e garantire la sicurezza delle persone. L’inclusività è un altro tema fondamentale, a partire dalla gender equality, che è una forma di digital divide: è importante promuovere percorsi formativi al femminile sulle tecnologie – basti considerare che il Lazio ha il maggior numero di imprese al femminile, ma queste sono poco digitalizzate. Senza pari opportunità lasciamo indietro il 50% della popolazione”, ha concluso l’assessora.

Il ruolo della formazione e dell’informazione

“Il 5G soffre ancora di troppe fake news”, è intervenuta Lavinia Spingardi, giornalista Sky Tg24. “I media sono chiamati a informare più efficacemente sul significato per le imprese e le persone di essere digitali e sostenibili, a spiegare il Pnrr e a che cosa servono i 6,7 miliardi di euro per le infrastrutture digitali. Occorre comunicare meglio quanto siano importanti l’alfabetizzazione digitale e il superamento del divario digitale tra territori e tra imprese grandi e piccole”. Per la giornalista, una blockchain che funzioni da bollino di qualità per le notizie potrebbe essere una soluzione contro la disinformazione, perché aiuterebbe a distinguere nel mare di notizie e a sostenere lo sviluppo nel pubblico di una maggiore capacità di filtrare le informazioni.

Formare, oltre che informare, le persone sul digitale è essenziale: “L’Italia ha un ritardo sulle competenze e bisogna formare le persone, perché se le infrastrutture digitali sono un bene pubblico, il pubblico deve anche saperle usare”, ha affermato nel suo intervento Daria Perrotta, Presidente Comitato di indirizzo strategico Fondo per la Repubblica digitale.

In un anno e mezzo di attività, Fondazione per la Repubblica digitale, partnership tra pubblico e privato sociale (governo e Associazione di fondazioni e di casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Pnrr e dall’Fnc (Fondo nazionale complementare), ha già al suo attivo 6 bandi che lavorano proprio sul fronte delle competenze digitali e dell’inclusione, guardano a fasce di popolazione come i Neet o le donne, all’accrescimento delle competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio sostituibilità a causa dell’automazione, delle persone disoccupate e inattive e dei collaboratori dell’economia sociale, nonché all’orientamento e alla formazione di studenti e studentesse in ambito Stem.

Articoli correlati

Articolo 1 di 3