IL CASO

5G, tensioni Usa-Canada su Huawei

I senatori Marco Rubio e Mark Warner chiedono al primo ministro canadese di seguire l’esempio degli Stati Uniti e vietare alla società di cinese di accedere ai contratti. Ma Justin Trudeau non ci sta: “Decidiamo in autonomia”. L’opposizione dei Conservatori a Ottawa attacca il premier: “Troppo lassista sulla cyber-security”

Pubblicato il 19 Ott 2018

internet-digitale-reti-170307154715

Su Huawei e il 5G decidiamo da soli: questa in sintesi la replica con cui il primo ministro canadese Justin Trudeau respinge le pressioni degli Stati Uniti sul ruolo dei fornitori cinesi di tecnologie per reti di telecomunicazione. Qualunque decisione di Ottawa sarà presa sulla base di dati obiettivi e non di considerazioni meramente politiche, ha chiarito il premier.

Trudeau risponde alle affermazioni dei senatori Usa Marco Rubio (Repubblicano) e Mark Warner (Democratico) che avevano invitato il governo canadese a mettere al bando Huawei dai nuovi contratti per le reti 5G, come hanno fatto Stati Uniti e Australia, per ragioni di sicurezza nazionale. Rubio e Warner, che fanno parte della Commissione intelligence del Senato americano, si sono spinti fino a insinuare che il sistema di sicurezza canadese sulle reti Tlc non sia sufficientemente robusto.

Trudeau ha chiarito che il suo governo sa come rispondere alle eventuali minacce di sicurezza e che il Communications Security Establishment (CSE) canadese, l’agenzia di intelligence che protegge il paese da cyber-attacchi e spionaggio, ha tutti gli strumenti per difendere le reti del Canada e decidere quali strategie adottare. “Le nostre decisioni si basano sulle analisi del CSE”, ha detto Trudeau, riporta The Globe. “Abbiamo i nostri esperti che fondano le loro valutazione sui dati. E’ troppo facile farsi influenzare dalla politica”.

Siamo in grado di valutare le attrezzature di Huawei”, ha ribadito di fronte al Parlamento Scott Jones, direttore del CSE. Anzi, Jones ha lasciato intendere che il sistema canadese è più solido di quello di alcuni alleati del Canada.

Il pressing sul Partito Liberale canadese arriva però anche dall’opposizione interna. I Conservatori, tramite il deputato Pierre Paul-Hus, hanno chiesto alla maggioranza di vietare a Huawei di partecipare alla realizzazione delle reti 5G canadesi come fatto da Stati Uniti e Australia per ragioni di sicurezza nazionale. Il partito di opposizione accusa Trudeau di atteggiamento lassista. Secca la replica dal ministero dell’Innovazione guidato da Navdeep Bains: le decisioni sulla sicurezza delle telecomunicazioni vengono prese sentendo gli esperti, non facendo politica.

The Globe riporta che l’attività di Huawei è già sottoposta a delle limitazioni in Canada: l’azienda cinese non può partecipare alle gare per le reti core delle telco, non può entrare nei contratti per il governo federale e non può usare attrezzature fabbricate all’estero.

Paul-Hus ha riferito di essersi consultato con agenzie Usa come l’Fbi e con alcuni ex dirigenti dell’intelligence canadese e che questi hanno detto di considerare Huawei una grave minaccia alla cyber-sicurezza. Secondo gli esperti la tecnologia 5G favorirà lo spionaggio di Pechino, la capacità di interferire sui sistemi di telecomunicazione e la manipolazione o sottrazione di dati, perché la legge cinese impone alle aziende di collaborare con l’intelligence nazionale.

Huawei si è sempre detta estranea alle attività di spionaggio di Pechino. Dopo la decisione del governo australiano di escluderla dal mercato 5G, l’azienda cinese ha dichiarato che la scelta “è basata su motivi politici” e che “le azioni del governo australiano minano i principi della concorrenza e della non discriminazione nel commercio equo”.

Huawei, insieme alla sua concorrente cinese Zte, non può partecipare in Australia al roll-out delle reti di quinta generazione perché Canberra ha evidenziato rischi per la sicurezza che potrebbero derivare dal coinvolgimento di aziende legate a governi stranieri. Preoccupano, in particolare, i possibili legami tra Huawei e Pechino, ma il vendor ha replicato che “l‘interpretazione della legge cinese dovrebbe essere lasciata a esperti legali qualificati e imparziali”. La legge cinese, ha spiegato Huawei non concede al governo l’autorità di obbligare le imprese di telecomunicazioni a installare “backdoor o dispositivi di ascolto o ad adottare comportamenti che potrebbero compromettere le apparecchiature di telecomunicazione di altre nazioni. Una comprensione errata e ristretta della legge cinese non dovrebbe servire come base per le preoccupazioni sul business di Huawei. L’azienda non è mai stata incaricata di svolgere attività di intelligence per conto di alcun governo”.

Huawei ha indicato che non c’è differenza “tra l’architettura di rete 5G e 4G, le reti core e le reti di accesso sono ancora separate. Inoltre, il 5G fornisce maggiori garanzie in materia di privacy e sicurezza rispetto a 3G e 4G”.

Anche gli Stati Uniti hanno messo al bando i fornitori cinesi: con il Defence Authorization Act – il programma da 716 miliardi di dollari è stato voluto per rafforzare la difesa e la sicurezza interne –Washington ha stabilito che le agenzie governative americane non potranno più utilizzare tecnologia made in China.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!


Argomenti


Canali

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Video & Podcast
Analisi
Social
Iniziative
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati