“Entriamo in una nuova era, quella della vera trasformazione della società e del sistema produttivo in un sistema digitale, che si baserà sull’utilizzo intelligente dei dati, ad esempio nei sistemi di trasporto, che siano unimodali o integrati. Più si andrà verso un sistema di trasporto smart e pulito, più si andrà verso sistemi autonomi di guida, più avremo città a misura di cittadino. Ma senza la connettività 5G la guida autonoma non funzionerebbe. Esempi simili si potrebbero fare nel campo dell’energia, a partire dallo smart metering per arrivare alle prese intelligenti: significa miliardi di dati che necessitano elaborazione continua e intelligenza artificiale. E così per tutti gli altri aspetti della vita urbana, dai rifiuti alla sicurezza alla sanità. È uno sforzo che parte dalle grandi comunità urbane, ma l’agenda deve essere europea, e l’Europa investirà molto in questo campo, attestandosi come il più grande investitore nella ricerca 5G nel mondo”. Lo ha detto Roberto Viola, direttore generale della DG Connect della Commissione Ue, aprendo i lavori del convegno “5G, le sperimentazioni nelle principali città europee”, organizzato da EuNews insieme al Comune di Roma, Ericsson e Fastweb che si è svolto a Roma nella sala del Carroccio del Campidoglio. “A oggi l’Ue ha investito in ricerca, grazie al programma Horizon 2020, 700milioni di euro – prosegue Viola – focalizzandosi sui grandi progetti pilota. E la programmazione per il 2020-2027, che si chiamerà Horizon Europe, nonostante l’uscita UK, prevede un aumento importante degli investimenti. Sono stati messi sul piatto per i prossimi sette anni 13 miliardi di euro per le grandi infrastrutture europee, più un aumento del 30% proprio dei fondi per la ricerca e un significativo aumento dei fondi per la coesione territoriale. L’obiettivo è di arrivare a circa 60 miliardi di euro investiti, con un’attenzione particolare a settori come l’intelligenza artificiale, le autostrade connesse e la blockchain. I nuovi investimenti – sottolinea – sono fondamentali in un paese come l’Italia che fatica a destinare l’1,5% del Pil in ricerca e sviluppo, contro il 4% di altri Stati membri”.
Durante i lavori del convegno si è discusso di alcune delle case history di smart city basate sul 5G sviluppate anche all’estero, con i casi di Goteborg, Stoccolma e Amsterdam.
“Al momento ci sono molti temi da discutere e valutare per capire come si possa ‘coprire’ una grande città con nuove infrastrutture di comunicazione – sottolinea Viola – Servono ad esempio micro ripetitori, che possono essere integrati nell’illuminazione urbana, e per i quali è necessario arrivare alla liberalizzazione delle installazioni e ad accordi innovativi per condividere i benefici della rete 5G, con partnership che coinvolgano Comuni, operatori e costruttori di apparati. La nuova rete 5G costerà in Italia più di 50 miliardi di euro, in linea con quanto successo per il 4G, o anche qualcosa di più. Ma il conto sarà meno salato se si condivideranno gli apparati tra i vari operatori”.
Poi Roberto Viola delinea quale sarà il ruolo dell’Europa in questo grande percorso di trasformazione digitale che coinvolgerà città, stati e tutta l’Unione: “Il 5G fa parte di una visione che trasformerà in meglio le nostre città, tema particolarmente sentito nei grandi centri. Ma per raggiungere questo obiettivo sarà necessario uno spirito d’innovazione molto più pronunciato di quello che abbiamo registrato in generale fino a oggi. In questo quadro l’Europa deve garantire regole uguali, e questo sarà possibile anche grazie al nuovo codice delle telecomunicazioni europee che vedrà la luce alla fine di giugno. L’obiettivo è di fornire un quadro certo per la durata delle licenze, sulle procedure per l’assegnazione delle frequenze, nel rispetto della competizione e nella piena collaborazione con gli Stati membri”. Tra le evoluzioni possibili anche quella del progetto Wi-Fi per l’Europa, che nella sua nuova declinazione per i prossimi sette anni – annuncia Viola – riguarderà l’integrazione tra le reti Wi-Fi pubbliche e il 5G.
Infine il capitolo Cybersecurity: “Un passo importante sarà alla fine del mese l’entrata in vigore della direttiva Nis – spiega – per la quale l’Italia si è mossa e si è data un quadro di coordinamento efficace. In più – conclude – proporremo la creazione di un centro di competenza europeo sulla cybersecurity, che si coordinerà con una rete di centri nazionali. Perché se l’Europa non sarà capace di creare un framework di difesa anche per la rete 5G non è difficile immaginare che emergerà presto chi prenderà di mira le sue infrastrutture”.
“Lo sviluppo del 5G a Roma è determinante per la creazione e la distribuzione di servizi innovativi ai cittadini ma soprattutto per trasformare la Capitale in un grande laboratorio di innovazione – ha detto nel suo salute l’assessore capitolino a Roma Semplice, Flavia Marzano – Il progetto #Roma5G va esattamente in questa direzione testimoniando l’impegno costante dell’Amministrazione sul fronte dello sviluppo delle nuove infrastrutture tecnologiche”.
“Vogliamo investire sulla rete 5G, ne è la prova la sperimentazione che stiamo facendo – afferma Andrea Lasagna, chief technology officer di Fastweb – il 5G sara’ una delle tecnologie che riuscirà a integrare i bisogni della digitalizzazione, dalla pubblica amministrazione all’industria”. Sulle frequenze, Il manager giudica corretto “uno spacchettamento delle frequenze simile a quello proposto da Agcom”, ma chiede che si renda possibile “potenziare le infrastrutture con una condivisione delle frequenze”.
“Avere una piattaforma 5G per una città è un valore aggiunto in grado di accrescerne il potenziale di crescita e di competitività. Il momento di sperimentare per farsi trovare pronti all’appuntamento è adesso – sottolinea Riccado Mascolo, head of srategy ad business development per il Suoth East Europe di Ericsson – Il nuovo standard abiliterà nuovi servizi ma sarà anche un moltiplicatore di efficienza per quelli che già si erogano. In questo quadro Ericsson produce tecnologia, prodotti, sistemi e servizi, ma mette anche a disposizione la prorpia esperienza su scala mondiale, portando la propria competenza nelle realtà locali per applicarla allo sviluppo degli ecosistemi”.