IL VIA LIBERA

5G, Vodafone va avanti con Huawei: il governo autorizza le forniture

Procedura sottoposta a Golden Power: rispetto delle clausole di sicurezza come per tutti i soggetti extra Ue. La decisione riguarda la rete Ran mentre non è ancora stata appaltata la core network. Conto alla rovescia per la gara Tim prevista entro giugno

Pubblicato il 01 Giu 2021

5G- Bei

Vodafone Italia potrà usare le apparecchiature di Huawei per la sua rete Ran 5G. Lo scorso 20 maggio il Consiglio dei ministri ha infatti dato il via libera alla fornitura all’operatore: come da disciplina Golden Power l’iter autorizzativo è previsto in tutti i casi in cui le aziende intendano acquistare sistemi sviluppati da fornitori extra-Ue. Riguardo alla core network, invece, Vodafone deve ancora assegnare l’appalto in Italia. Allo stato attuale sul 4G è Ericsson ad avere in capo la porzione della core network.

Lo scorso anno Vodafone aveva annunciato la rimozione delle apparecchiature prodotte da Huawei dalla sua core network in tutta Europa. La decisione dopo che il governo britannico e l’Unione europea hanno rilasciato nuove linee sull’utilizzo dei sistemi delle aziende cinesi nelle infrastrutture di Tlc.

Tim invece non si affiderà alla compagnia cinese per la Ran 5G ma a Nokia ed Ericsson. Ad aprile al vendor cinese è stata inviata una lettera di disdetta di un contratto sottoscritto nel 2020 che a questo punto mette la parola fine alla partecipazione dell’azienda alla partita 5G in casa Tim.

Anche Tim non ha ancora lanciato la gara per la core network che però dovrebbe partire entro giugno.

Lo scorso marzo il via libera era arrivato per Fastweb che aveva notificato al governo l’acquisto di Cpe 5G (Customer Premise Equipment) Askey e Zte.

Le telco vanno dunque avanti sugli investimenti 5G ritenuti cruciali per stimolare la ripresa economica. Non è un caso infatti che il governo intenda accelerare sulla copertura, avendo ben chiaro lo stato dell’arte.

Nel documento approvato dal comitato interministeriale per la Transizione digitale (scarica qui il testo) è previsto di assegnare a Infratel la mappatura dello stato di avanzamento delle reti di quinta generazione.

L’obiettivo è avere chiara la roadmap per mettere a punto il bando di gara relativo all’impiego dei fondi pubblici previsti dal Pnrr nella porzione dedicata alle nuove reti a banda ultralarga e quindi anche per quelle 5G.

Gli operatori di Tlc titolari di licenze 5G– hanno già obblighi di copertura pressocché per portare il segnale di nuova generazione su tutto il territorio nazionale, ad eccezione di pochi punti percentuali che fanno riferimento ad aree impervie e periferiche – in particolare quelle montane – a popolazione quasi zero e dove installare le reti risulta economicamente svantaggioso considerato lo scarso ritorno di investimento.

Ed è proprio per evitare che una parte della popolazione, seppur minimale, resti esclusa dalla nuova connettività – sempre più determinante anche e soprattutto per lo sviluppo economico dei territori – che si lavora ad una gara ad hoc, in parallelo con quella per le aree grigie i cui lavori per la nuova mappatura sono già stati avviati da Infratel ed è fissata al 15 giugno la deadline in capo alle telco per la presentazione dei propri piani di infrastrutturazione (sia quelli al 30 aprile 2021, sia quelli previsti per i prossimi cinque anni).

Riguardo alle tempistiche esecutive la partita slitterà però al 2022: per le aree grigie il bando è atteso per la fine di quest’anno e inizio del prossimo. E sul fronte 5G al momento non è chiara la roadmap. Il comitato interministeriale per la Transizione digitale si è riunito ieri per la prima volta: all’ordine del giorno proprio l’inizio dei lavori per il “pacchetto” ultrabroadband da 6,7 miliardi previsto dal Pnrr.

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