Il 5G non sia di ostacolo alle indagini su mafia e terrorismo. Il monito è arrivato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha incontrato il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, “acquisendo – si legge in una nota di Palazzo Chigi – elementi di interesse sulle rilevanti problematiche poste dalla nuova tecnologia 5G e sul considerevole impatto che essa rischia di avere sulle indagini penali”.
Dal colloquio sono scaturiti spunti di riflessione interessanti che saranno oggetto di approfondimento con i ministeri di Giustizia, Interno e dello Sviluppo Economico e con il necessario coinvolgimento degli operatori del settore delle telecomunicazioni, allo scopo di completare il quadro delle misure legislative a tutela degli interessi nazionali connessi alla tecnologia 5G che, pur rappresentando una grande opportunità per il Paese, necessita di specifiche attenzioni per garantire che il quadro delle tutele dei diritti e degli strumenti per l’accertamento dei reati non risulti depotenziato.
Al termine dell’incontro il Presidente del Consiglio ha ricordato che la lotta alla criminalità organizzata anche transnazionale e al terrorismo rappresenta un impegno ineludibile nei confronti dei cittadini e della comunità internazionale.
L’incontro fa parte di una serie di interlocuzioni avviate da Palazzo Chigi e volte, spiega la nota, “ad individuare tutti i profili connessi alla nuova tecnologia 5G, oggetto di costante attenzione del Presidente del Consiglio, sia sul piano legislativo (completamento della direttiva NIS sulla sicurezza cibernetica) che delle opportunità di progresso e sviluppo sociale ed economico”.