IL REPORT

Frequenze, Bruxelles: “Frammentazione nemica del 5G”

La Commissione Ue presenta al Consiglio d’Europa un report di raccomandazioni: armonizzazione dello spettro, obblighi di copertura flessibili e forme di autorizzazione e licensing con modelli “misti” per favorire il roll-out rapido dei servizi mobili di prossima generazione. Liberazione sincronizzata della banda 700Mhz. Opportunità per applicazioni verticali e nuovi entranti

Pubblicato il 24 Ott 2017

In concomitanza con il Consiglio europeo su “Trasporti, telecomunicazioni e energia” che si tiene oggi in Lussemburgo per discutere di temi chiave per il Mercato unico digitale, tra cui le questioni relative allo spettro e all’introduzione del 5G, la Commissione Ue ha pubblicato il suo ultimo studio sulle assegnazioni dello spettro, realizzato con PolicyTracker, VVA e LS Telecom. Il report ha cercato di capire se le attuali procedure di authorization e licensing dello spettro sono idonee a sostenere il lavoro dell’Ue per l’introduzione del 5G e il business degli operatori o occorrono modifiche.

Secondo i risultati, la durata delle licenze e i prezzi di aggiudicazione in asta influenzano gli investimenti per una migliore copertura di rete; ad esempio, i livelli d’investimento sono più elevati nei paesi che hanno concesso licenze più lunghe mentre prezzi dello spettro elevati possono essere associati a una minore disponibilità del 4G. “I paesi che applicano politiche pro-investimenti (in particolare prezzi bassi alle aste delle frequenze, obblighi di copertura dei servizi market-friendly e licenze di lunga durata)”, si legge nel report, “hanno risultati migliori soprattutto come estensione della copertura di rete, adozione dei servizi e incremento della concorrenza, mentre costi elevati e incertezza nelle procedure per le aste rivolte agli operatori, licenze di breve durata e obblighi di copertura troppo severi hanno un effetto negativo”.

Lo studio individua quattro possibili scenari d’uso per il 5G (che potranno anche combinarsi): Mega Mvno (si formano grandi Mvno che usano qualunque rete e connettività mobile disponibile per fornire servizi ai clienti); Self-organising Networks (i fornitori di tecnologie rendono più efficiente il roll-out delle reti gestendo molti degli aspetti tecnici); Infrastructure Economics (il costo del roll-out del 5G è così alto che spinge gli operatori a condividere l’infrastruttura); Vertically driven (sono i settori industriali che trainano il roll-out del 5G e non gli operatori di rete mobile o Mno). Ovviamente alcuni stakeholder interessati a una rapida implementazione del 5G potrebbero fare pressione sugli altri o spingere verso l’adozione di approcci nuovi come il light licensing o l’LSA (Licensed spectrum access), con il potenziale di dar vita a nuovi modelli di business e aprire il settore a nuovi entranti e servizi per mercati cui gli operatori mobili non si sono finora rivolti.

Ma l’essenziale, secondo lo studio voluto dalla Commissione europea, è che i paesi Ue si accordino su tempi e metodi di autorizzazione e licensing dello spettro per il 5G, perché la frammentazione sul mercato interno (come si osserva nell’autorizzazione e assegnazione dei 700 MHz e 3.5 GHz) rallenta l’adozione diffusa di tecnologie e servizi.

In generale, lo studio indica che, benché la percezione generale dell’industria sia che i metodi oggi in uso per l’assegnazione e l’utilizzo delle licenze sono adeguati, il quadro autorizzativo vigente non si adatta al 5G: il tipo di accesso allo spettro richiesto e le caratteristiche tecniche e di performance dei servizi ‘verticali’ (cioè mirati per singoli settori, come la sanità o i trasporti) variano notevolmente e quindi richiedono sistemi diversi per l’autorizzazione, l’assegnazione e l’utilizzo delle frequenze.

La prima raccomandazione agli stati membro è di individuare e assegnare porzioni di spettro sufficienti per il 5G in via non esclusiva/non inviduale, con approcci alternativi quali sharing, trading e leasing. Alla Commissione Ue spetta il compito di identificare lo spettro che più si adatta ai possibili usi del 5G (per esempio, le frequenze 1-6 GHz o anche sopra i 6 GHz), ma poi lo spettro va armonizzato a livello Ue e assegnato in modo coerente negli stati membro – un elemento chiave soprattutto per le applicazioni verticali. Anche la tempistica delle autorizzazioni va armonizzata in modo che rinnovi di licenze o modifiche siano coerenti. La Commissione insiste sulla liberazione contemporanea su scala Ue dei 700 Mhz e anche per le frequenze alte (in particolare i 26 GHz) raccomanda una tabella di marcia uniforme.

Questi risultati, indica Bruxelles in una nota, forniranno un contributo supplementare ai negoziati in corso con il Parlamento europeo e il Consiglio sulla proposta della Commissione riguardante le nuove norme Ue in materia di telecomunicazioni, ovvero il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, considerato fondamentale per la costituzione del Mercato unico digitale, perché promuoverà gli investimenti nelle reti ad alta velocità e di elevata qualità e intanto fornisce la base necessaria per l’introduzione del 5G simultanea in tutta Europa.

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