TELCO PER L'ITALIA 2020

Gropelli (Etno): “Il 5G abilitatore di un modello di sviluppo più sostenibile”

Il General Director of Strategy & Communications di Etno: “L’utilizzo efficace dei fondi Ue è cruciale per la ripresa, ma serve anche iniziare a raccontare in modo diverso come le nuove reti possono cambiare la vita di imprese e cittadini. Serve un impegno di sistema”

Pubblicato il 03 Lug 2020

gropelli_etno

Lo sviluppo del 5G passa anche per una comunicazione trasparente con i cittadini, che sono i primi beneficiari delle nuove reti e dei nuovi servizi da queste abilitati. Ne è convinto Alessandro Gropelli, Deputy Director – General Director of Strategy & Communications di Etno, intervenuto alla terza tavola rotonda virtuale di Telco per l’Italia 2020 “5G the new normal: quali casi, quali soluzioni”.

“È il momento di promuovere un nuovo modo di raccontare il 5G – ha spiegato Gropelli – ed evidenziare quale valore aggiunto la quinta generazione mobile può offrire all’economia ma anche alla vita delle persone nonché al tipo di leadership che l’Europa vuole esercitare”.

Sono tre le parole chiave che vanno messe in risalto, secondo Etno che le analizzate nello studio “Il 5G e noi, un successo europeo”.

“Inclusione, innovazione e Industria 4.0 – ha detto Gropelli – sono i concetti che meglio sottolineano come la quinta generazione mobile non sia solo una tecnologia ma uno strumento in grado di fare recuperare sovranità tecnologica all’Europa, oggi schiacciata tra il modello Internet consumer based degli Usa e quello centrato sui brevetti della Cina”.

“Inclusione – evidenzia ancora l’esperto – perché il 5G rimuove le barriere che impediscono pieno accesso alle reti veloci e ai servizi. Innovazione perché abilita una cultura della piattaforma e un ecosistema come non si erano mai visti prima. E infine Industria 4.0 che è il settore dove l’Europa può investire per diventare leader mondiale”.

In questo contesto, dunque, è essenziale ascoltare i dubbi dei cittadini “a volte legittimi, altre frutto di fake news”.

Come fugare questi dubbi? “Serve evidenziare quelle aree dove il 5G può rappresentare una svolta, anche sul fronte del modello di sviluppo – insiste Gropelli – Come Etno ne abbiamo identificate tre: salute, privacy e ambiente”.

Per quanto riguarda la salute è cruciale una comunicazione chiara sui rischi legati all’elettrosmog. “L’Icnirp ha chiarito che il 5G non produce onde elettromagnetiche a radiofrequenza dannose per l’essere umano”, ha ricordato l’esperto mentre per la privacy ha evidenziato il ruolo che possono svolgere le telco europee nello sviluppo di servizi e prodotti che garantiscano la protezione più alta possibile dei dati.

Il terzo ambito è quello ambientale: il 5G è in grado di abilitare modelli di crescita sostenibile e sostenuta di cui le telco possono essere avanguardia. “L’aumento del traffico dati, determinato dalle reti ultraveloci, aumenta anche il consumo energetico e in questa prospettiva la transizione verso le rinnovabili è necessaria”, ha spiegato Gropelli.

Qui l’accesso e l’efficiente utilizzo dei fondi europei rappresenta la chiave di volta”, avverte.

Per evitare che l’Europa resti indietro nel roll out del 5G a causa di un’informazione non efficace e per la diffusione delle fake news  – secondo le rilevazioni di Etno e Gsma la disinformazione ha contribuito a causare 180 attacchi alle antenne – è necessario un impegno di sistema.

“Telco e istituzioni, anche locali – ha concluso – devono collaborare per mettere in campo campagne informative che raccontino il nuovo modello di sviluppo che l’Europa vuole realizzare dopo la pandemia”.

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