IL CASO

Huawei, 40 miliardi di dollari in fumo nel 2021. L’azienda verso il declino?

In crisi il business degli smartphone. E la stima potrebbe essere prudente. Il presidente Eric Xu annuncia che difficilmente i nuovi flussi di crescita derivanti dal 5G riusciranno a colmare il deficit. Sul futuro incombono nefasti pronostici: “La speranza è esistere ancora fra 5 o 10 anni”. Intanto torna in Cina Meng Wanzhou, la figlia del fondatore del colosso cinese: si chiude un’odissea lunga tre anni

Aggiornato il 24 Set 2021

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Un salasso fra i 30 e i 40 miliardi di dollari nel solo 2021. E potrebbe trattarsi di una stima prudente. Huawei esce dalla top five globale degli smartphone e si aspetta una perdita consistente per effetto del ban imposto dagli Stati Uniti dal 2019 che a catena ha costretto l’abbandono da parte di Google e quindi la “dismissione” del sistema Android. Misure che inevitabilmente si sono ripercosse sul business degli smartphone del colosso cinese. Ad annunciare la perdita stimata per fine anno il presidente Eric Xu il quale ha anche puntualizzato che le nuove aree di attività relative al 5G non potranno compensare le perdite del settore smartphone. Il business degli smartphone lo scorso anno ha generato introiti per circa 50 miliardi ma l’azienda ha registrato il maggior calo di entrate di sempre nella prima metà del 2021, generando 49,57 miliardi di dollari.

E sul futuro incombono più che nubi: Xu ha addirittura detto che la sua “più grande speranza è che l’azienda esista ancora tra cinque o dieci anni”. Gli sforzi della Cina per sviluppare la sua industria dei semiconduttori hanno mostrato “risultati abbastanza incoraggianti”, ha affermato Xu, ma affrontare le sfide della catena di approvvigionamento di Huawei richiederà molto tempo.

La società è alla ricerca di nuove aree di crescita come il 5G e gli aggiornamenti delle infrastrutture basate sull’intelligenza artificiale. La Cina sarà leader mondiale nell’applicazione della tecnologia 5G nei prossimi anni, ha affermato Xu. E la società sta anche esplorando investimenti in aree che non hanno nulla a che fare con la catena di fornitura dei chipset, ha affermato Xu.

Torna in Cina Meng Wanzhou, si chiude un’odissea lunga tre anni

È tornata in Cina Meng Wanzhou, chief financial officer di Huawei e figlia del fondatore dell’azienda, da quasi tre anni agli arresti in Canada. L’accordo fra il Canada e le autorità statunitensi nelle stesse ore in cui la Cina “restituiva” due canadesi: l’ex diplomatico Michael Kovrig e l’imprenditore Michael Spavor, arrestati a fine 2018 poco dopo che il Canada aveva fermato Meng sulla base della richiesta di estradizione degli Stati Uniti. La manager di Huawei è arrivata a Shenzhen, dove ha sede l’headquarter di Huawei: “Sono finalmente tornata nel caldo abbraccio della madrepatria”, ha detto all’arrivo, ringraziando il partito comunista e il leader Xi Jinping per averla sostenuta durante gli oltre mille giorni di arresti domiciliari a Vancouver. “Come cittadina cinese che ha attraversato questo periodo difficile ho sempre sentito il calore e la preoccupazione del partito, della nazione e del popolo”.

Articolo originariamente pubblicato il 26 Set 2021

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