Il Bureau of Industry and Security (Bis) del Dipartimento del Commercio Usa ha deciso di prorogare di ulteriori 90 giorni l’entrata in vigore dello “stop” definitivo alle aziende cinesi nei progetti di infrastrutturazione Tlc, Huawei in testa. Si tratta del secondo rinvio dopo quello – sempre di 90 giorni – concesso ad agosto a seguito del “ban” deciso dagli Stati Uniti nei confronti delle aziende extra-Usa inserite in una apposita black list in cui sono finiti anche la filiale italiana e il centro di ricerche di Milano.
La proroga arriva a seguito del pressing delle stesse aziende Usa che rischiano di essere penalizzate dal “ban” a causa della necessità di sostituire apparati e attrezzature di rete nell’ambito di progetti già in corso, in particolare quelli che riguardano la realizzazione di infrastrutture di nuova generazioni nelle aree rurali.
“L’estensione temporanea della licenza generale consentirà ai carrier di continuare a servire i clienti in alcune delle aree più remote degli Stati Uniti che altrimenti verrebbero lasciati al buio”, ha dichiarato il segretario al commercio Wilbur Ross. “Il Dipartimento continuerà a monitorare rigorosamente le esportazioni di tecnologia sensibile per garantire che le nostre innovazioni non vengano sfruttate da coloro che minaccerebbero la nostra sicurezza nazionale”.
La missione dell’Ufficio di Industria e Sicurezza è quella di far avanzare gli obiettivi di sicurezza nazionale e di politica estera degli Stati Uniti garantendo un efficace controllo delle esportazioni e un sistema di conformità ai trattati e promuovendo la leadership tecnologica strategica degli Stati Uniti – si legge nella nota stampa emessa dal Dipartimento del Commercio Usa -. L’Ufficio – continua la nota – si impegna a impedire che gli articoli di origine americana sostengano progetti di armi di distruzione di massa, terrorismo o programmi di modernizzazione militare destabilizzanti.
Il Dipartimento del Commercio sta inoltre valutando l’opportunità di concedere licenze individuali alle aziende statunitensi per vendere componenti a Huawei dopo aver ricevuto più di 200 richieste.
In Germania scende in campo la Merkel: “Non è questione di singole aziende”
In Germania intanto resta aperto il dibattito in merito al “catalogo della sicurezza” ossia alle misure decise dal governo per mettere in sicurezza le reti di quinta generazione. Oggi il cancelliere Angela Merkel ha puntualizzato che la realizzazione delle reti deve basarsi sul rispetto di standard e non sulle singole aziende, così come previsto dal “catalogo” sulla cui applicazione non sono mancati gli oppositori, alias i sostenitori di regole ad hoc per le aziende extra-europee, come nel caso del “perimetro cibernetico” italiano. “Non è una questione di singole aziende, ma piuttosto di standard di sicurezza. Riguarda la certificazione che effettueremo. Questo dovrebbe essere il nostro punto di riferimento guida”, ha detto Merkel rispondendo alle domande di alcuni giornalisti.
In Italia la partita resta aperta
In Italia, sebbene la Camera abbia approvato in via definitiva il decreto sul perimetro cibernetico, che impone “paletti” nei confronti delle aziende extra-Ue – e dunque nel caso specifico Huawei, Zte e Samsung, le uniche impegnate nella realizzazione delle infrastrutture a livello nazionale – la partita è ancora aperta. Una mozione impegna infatti il governo a valutare nel merito, ossia a mettere a punto regole uguali per tutti a garanzia della corretta competizione di mercato e della “non-esclusione” tenendo conto di parametri di sicurezza definiti alla base.