IL PROGETTO

Il Maxxi di Roma pronto alla rivoluzione 5G

Grazie alle antenne installate da Inwit, è la prima struttura museale in Italia a dotarsi di un’infrastruttura già predisposta per sviluppare i servizi innovativi basati sulle quinta generazione mobile, dalla realtà aumentata alle guide virtuali

Pubblicato il 16 Ott 2019

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Il Maxxi diventa 5G ready: il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma è infatti da oggi dotato di un’infrastruttura per la ricezione della telefonia mobile all’avanguardia e già pronta per la nuova tecnologia 5G che gli operatori attiveranno nei prossimi mesi. L’impianto Das (Distributed Antenna System), grazie a micro antenne a bassa emissione collocate nelle sale espositive e negli spazi ricettivi del Museo, permette di ottimizzare il segnale mobile delle compagnie di telefonia, una volta collegato all’infrastruttura, rendendolo più stabile e potente e in grado di offrire ai visitatori tutti i servizi (social, trasferimento di foto e video, trasferimento dati, video chiamate) nelle migliori condizioni.

A realizzare l’impianto Das è stata Inwit che, in collaborazione con tutti gli operatori mobili, sta realizzando anche micro coperture indoor e outdoor.

Il forte sviluppo della telefonia mobile, con una crescita esponenziale soprattutto del trasferimento dati per lavoro o piacere, ha reso essenziale la realizzazione di impianti con micro antenne per coprire luoghi particolarmente frequentati come stazioni ferroviarie, ospedali, centri commerciali, grandi edifici adibiti ad uffici, ed ora anche musei.

Inoltre, l’infrastruttura Das è alla base dell’architettura di rete della nuova tecnologia mobile del 5G in via di attivazione.
Il Maxxi è la prima struttura museale in Italia a dotarsi di un sistema Das che migliora da subito la ricezione degli apparati mobili da parte dei visitatori, ma soprattutto renderà il Museo “5G ready”, predisposto cioè per tutti quei servizi che la nuova tecnologia permetterà: realtà aumentata (fruibile tramite appositi visori) ma anche guide virtuali con la possibilità di scaricare velocemente contenuti sulle mostre o su singole opere per approfondire l’esperienza del visitatore. Questi servizi potranno essere studiati e realizzati dallo stesso Museo in collaborazione con gli operatori o con altri soggetti e porteranno ad una vera e propria rivoluzione nella fruizione dell’arte.

“Il Maxxi – ha detto Giovanna Melandri, presidente Fondazione Maxxi – è da sempre una piattaforma aperta, un laboratorio di futuro nel quale l’incontro tra arte e tecnologie innovative crea inediti percorsi e nuovi modi di comunicare. Nel 2020, anno in cui il Maxxi celebra il suo decimo anno di vita, vogliamo compiere, anche grazie alla partnership con Inwit, un vero e proprio salto di paradigma, in cui le nuove tecnologie contribuiscano alla definizione di una dimensione creativa più ampia. La realizzazione del sistema Das è davvero l’inizio ideale per cominciare a progettare, distribuire e veicolare contenuti e servizi ad alto valore innovativo per il pubblico del museo, anche attraverso la rivoluzione del 5G.”

La scelta della data odierna per attivare il nuovo sistema Das coincide con l’inaugurazione da parte del Maxxi della mostra della materia spirituale dell’arte, la grande collettiva che indaga il tema dello spirituale attraverso la visione di alcuni dei principali artisti della scena internazionale, e del focus dedicato a Enzo Cucchi.

“La realizzazione del sistema Das al Maxxi è il primo esempio del genere in uno spazio museale – sottolinea l’Ad di Inwit, Giovanni Ferigo – Siamo sicuri che la nostra esperienza nella realizzazione di infrastrutture per la copertura mobile indoor permetterà al Museo di sfruttare al meglio tutte le possibilità offerte da questa tecnologia, sviluppando nuovi servizi per i visitatori. Abbiamo scelto il Maxxi per questo esordio perché volevamo un partner che fosse non solo un luogo di conservazione ed esposizione, ma anche un laboratorio di sperimentazione e innovazione culturale, di studio, ricerca e produzione di contenuti estetici del nostro tempo”.

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