Danni forse neanche troppo collaterali. Le sanzioni degli americani ai danni di Huawei e di molte merci prodotte in Cina stanno causando problemi ai servizi 5G nella fase più delicata della loro messa in opera. Lo sostiene il capo della telco svedese Tele2.
Second Anders Nilsson la presidenza di Donald Trump ha preso di mira Huawei e adesso le conseguenze emergono in Europa, con un sensibile rallentamento del roll over delle reti 5G e degli investimenti. Il presidente Trump tuttavia ha parzialmente allentato le restrizioni nei confronti di Pechino durante i negoziati bilaterali che si sono tenuti lo scorso fine settimana con la Cina.
Tele2 è il secondo più grande operatore di telefonia in Svezia e opera anche in varie altre parti del Baltico: la telco sino a questo momento ha tenuto duro cercando di non stringere altri accordi con venditori di apparecchiature di rete alternative.
“Abbiamo una supply chain globale, per questo a prescindere da chi sia quello che ti fornisce le apparecchiature, dentro ci troveremo sempre delle componenti cinesi. Anche se compriamo i nostri apparati da Ericsson, che è il nostro vicino di casa per così dire, dentro i loro prodotti ci sono parti cinesi”, ha spiegato a Reuters. Aggiungendo: “In questa fase stiamo parlando con tutti vendor del settore, ma le decisioni sono rinviate. Perché non è solo una questione che riguarda Huawei, invece tocca tutti i vendor del settore”. Tele2 afferma di voler continuare a vendere gli apparecchi mobili per il mercato consumer prodotti da Huawei dato che le sanzioni americane non hanno avuto alcun impatto significativo sulle vendite o sulla domanda.
L’arrivo del 5G è considerato unanimemente una trasformazione rivoluzionaria per il settore delle telecomunicazioni, con un aumento di 10 volte della capacità di trasferimento dei dati che consentirebbe di abilitare ad esempio il funzionamento delle flotte di automobili autonome e le fabbriche intelligenti per la rivoluzione industriale 4.0.
Nilsson però sostiene che i consumatori potrebbero dover affrontare prezzi più alti se i governi vietassero Huawei, limitando la concorrenza ai fornitori dell’Europa settentrionale Ericsson e Nokia.
“Dal nostro punto di vista la ragione principale per fare il 5G adesso è perché è un buon modo per costruire capacità”, aveva dichiarato Nilsson alcuni giorni fa in una intervista sulle tensioni tra Usa e Cina, prima del disgelo iniziato (forse) durante i colloqui dello scorso fine settimana. “Tuttavia – ha aggiunto il dirigente – possiamo continuare a costruire capacità in 4G. Quindi il 5G non è qualcosa che dobbiamo fare per forza in questo momento. Alla fine però, se seguiremo il percorso più protezionistico, i consumatori dovranno pagare il prezzo”.
Ieri Nilsson ha dichiarato che il suo punto di vista è rimasto sostanzialmente inalterato: “Seguiamo gli eventi con grande interesse, ma è troppo presto per prendere decisioni basate sulle novità dell’ultima ora”.
Nilsson si aspetta un roll-out del 5G completo, con un picco di spesa in conto capitale per la sua azienda di circa 3-3,5 miliardi di corone svedesi, largamente in linea con l’investimento di Tele2 pari a 3 miliardi di corone (300 milioni di euro circa) dell’anno scorso che non includeva alcun investimento di 5G.
Tele2 è focalizzata sul trasformarsi in una società capace di generare un flusso di cassa consistente, con ricavi in crescita, migliorando la fidelizzazione dei consumatori e offrendo servizi in bundle, e quindi mantenendo le nuove spese al minimo per poter fare dei pagamenti consistenti agli azionisti. Nilsson sostiene che le possibili opzioni per i pagamenti futuri sono dividendi speciali, aumentando il dividendo regolare o i riacquisti di azioni.
Il manager ha inoltre ribadito le prospettive a medio termine di Tele2 per una crescita a una sola cifra nel fatturato dei servizi per gli utenti finali e una crescita attorno al 5% nell’Ebitda.
L’azienda ha trasformato il modo in cui opera sul mercato per raggiungere i propri obiettivi e negli ultimi anni è uscita da diverse aree dove era presente senza fare utili. Inoltre, l’anno scorso ha acquistato la società di televisione via cavo ComHem.
Nilsson ha dichiarato di aspettarsi che Tele2 sia in grado di offrire risparmi sui costi di “miliardi di corone svedesi” oltre agli obiettivi precedenti, integrando le operazioni svedesi nell’ambito di un’infrastruttura IT comune e integrando i team di assistenza tecnica. “In questo momento – ha detto – stiamo ancora programmando, ma la strategia potrebbe aggiungere altri miliardi corone nel risparmio per il lungo termine”.