SCENARI

La “fase 2” del 5G italiano: dai test alla commercializzazione

Presentata alla Camera l’indagine conoscitiva sulla quinta generazione mobile. Elevatissime le potenzialità di crescita economica. Ma bisognerà spegnere le fake news sulla salute

Pubblicato il 28 Lug 2020

5g-speed

Passare dai test alla commercializzazione: questo l’auspicio del ministro dell’Innovazione Paola Pisano in occasione della presentazione alla Camera dell’indagine conoscitiva sul 5G, anticipata nei giorni scorsi da CorCom. Le sperimentazioni si sono ufficialmente concluse il 30 giugno: “Siamo andati molto bene, con ma oggi dobbiamo passare alla commercializzazioni su servizi innovativi”, ha detto il ministro Pisano accendendo anche i riflettori sulla questione della salute. “Dagli studi emerge che il 5G è una tecnologia che non ha impatti negativi sulla salute dei cittadini. Anzi passando dal 4G al 5G c’è un cambiamento: la prima tecnologia irradia in modo diffuso mentre il 5G ha un irradiamento che si può indirizzare, quindi è molto più performante e potenzialmente meno impattante sull’essere umano”.

Pisano evidenzia inoltre che “se riusciremo a utilizzare la tecnologia 5G e a trarne vantaggio, nei prossimi 15 anni avremo un impatto positivo del Pil per circa 80 miliardi”.

“Nell’ambito della trasformazione digitale, il 5G gioca un ruolo fondamentale”, ha sottolineato Mirella Liuzzi, sottosegretaria allo Sviluppo economico con delega alle Tlc. “Credo sia molto importante – attenzionare il problema della sicurezza delle reti, un tema trattato nell’indagine conoscitiva, non è un tema banale; auspico che a livello europeo si possa trovare un quadro normativo uniforme, non possiamo come Italia avere una posizione diversa rispetto agli altri Paesi europei e anche rispetto ad altre potenze mondiali. Abbracciamo  questo cambiamento, prendiamone le misure, dal punto di vista lavorativo e dell’implementazione del territorio, ma non possiamo rinunciare a questa grande rivoluzione”.

“L’Italia è ben messa sul 5G, abbiamo un vantaggio che non dobbiamo perdere. Perciò è importante che questa tecnologia continui a svilupparsi velocemente. Credo che per l’Ue sarebbe anche importante spingere sul 5G europeo”, ha sottolineato Luigi Gubitosi, parlando da vicepresidente per il digitale di Confindustria. Gubitosi definisce “piuttosto fantasiose” le ipotesi sui differenti impatti del 5g rispetto alle altre tecnologie. E sottolinea: “abbiamo limiti elettromagnetici più bassi d’Europa, il 5g è necessario. Altrimenti nel giro di un paio di anni rischiamo di avere delle congestioni”.

Il presidente della commissione Trasporti della Camera, Alessandro Morelli nel presentare i risultati dell’indagine ha sottolineato che “abbiamo una base per fare un salto e normare da tutti i punti di vista le nuove tecnologie, sapendo che il 5G è un tassello di un mosaico molto importante che è fondamentale concludere. Pensare di sviluppare un’unica tecnologia sarebbe assurdo, è come ripetere lo stesso tassello tante e tante volte”.

“Con il 5G la tecnologia digitale potrà essere realmente alla portata di tutti e sarà in grado promuovere dinamiche e servizi, dalla sanità alla domotica, dalla mobilità al rapporto con la pubblica amministrazione, capaci di migliorare, sia nelle grandi città che nei piccoli borghi, la qualità della vita dei cittadini”, ha sottolineato Davide Gariglio, capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera. “Come in tutti i processi innovativi – ha aggiunto il deputato dem – anche quello del 5G andrà gestito e guidato. Nelle grandi trasformazioni non mancano i rischi per la sicurezza, per la privacy, per un uso malevolo delle occasioni offerte dalle tecnologie. Ma contenere i rischi e cogliere le opportunità che si aprono, che sono tante e molto stimolanti, sarà compito del nostro Paese”.(

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