IL CASO

Meno fondi per il 5G? Liuzzi: “Una bufala, aggiunte risorse”

Dopo l’allarme sollevato da Boccia e la richiesta di chiarimento da parte di Giacomelli, la portavoce dei 5 Stelle in un post su Facebook smentisce il dirottamento degli stanziamenti. E annuncia: “In un emendamento al decreto Emergenze creato ulteriore fondo per la quita generazione mobile”

Pubblicato il 31 Ott 2018

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Il taglio dei fondi al 5G? “Una vera e propria bufala”. La portavoce del Movimento 5 Stelle e segretario di presidenza della Camera Mirella Liuzzi in un post su Facebook smentisce gli allarmi sollevati in merito al dirottamento dei fondi (100 milioni di euro) a favore di wi-fi e delle tecnologie emergenti (intelligenza artificiale, blockchain e Internet of things) che secondo l’opposizione penalizzerebbero le sperimentazioni sulla quinta generazione mobile.

Già una nota il Mise aveva chiarito che i fondi in questione – previsti dal precedente governo per le attività di ricerca – erano stati successivamente “superati dall’avanzata delle sperimentazioni”. Il “caso risorse” è scoppiato nel pomeriggio di ieri a seguito delle dichiarazioni del deputato Pd Francesco Boccia che ha giudicato “gravissimi i tagli del governo sul 5G”. A seguire la richiesta di chiarimento da parte dell’ex sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli in merito “allo stanziamento dei fondi per Regioni, Cnr e ministeri per sviluppare i servizi 5G di interesse generale”, risorse che “sarebbero state tolte dalla loro destinazione originaria e destinate ad altri obiettivi”.

Non c’è nessun taglio alle città che stanno compiendo sperimentazioni, che risultano interamente finanziate e monitorate”, ha puntualizzato Liuzzi nel post su Facebook aggiungendo che “anzi, nel decreto Emergenze con un mio emendamento, abbiamo creato un ulteriore fondo per il 5G per far rientrare anche la città di Genova nel progetto del Mise“. Liuzzi ha inoltre puntualizzato che i fondi destinati dal precedente governo per la creazione di centri di ricerca “non solo sono stati superati dall’avanzata delle sperimentazioni ma addirittura non si era nemmeno mai creato un bando e quindi quei soldi erano fermi ed immobili”. Per questa ragione “abbiamo impiegato queste risorse in maniera più utile per tutta l’Italia terminando il progetto Wi-Fi Italia, lasciato morire dal governo Pd, in linea con il Contratto di Governo, e destinando progetti su tecnologie emergenti (IA, blockchain, Internet delle Cose)“.

Immancabili le polemiche finali: “Il Governo Conte non è né il Governo Renzi né il Governo Gentiloni: le nostre priorità sono le tecnologie emergenti e non i doppioni di finanziamenti. Basta sprechi, impieghiamo tutti i soldi disponibili per innovazione e per il futuro del Paese” conclude Mirella Liuzzi.

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