L'ANALISI

Morgan Stanley: “Telco europee in forte ritardo su 5G, pesano vincoli regolatori”

La Cina leader mondiale per implementazioni commerciali, grazie al focus sulla Internet of Things. In pole position anche Giappone, Corea e Usa. Nel Vecchio Continente gli scarsi ritorni dal 4G e il quadro normativo ostacolano gli operatori

Pubblicato il 08 Mag 2018

5G-ok

Sarà la Cina la numero uno mondiale delle implementazioni 5G di larga scala, seguita da Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Le telco europee invece si ritroveranno a inseguire, con un ritardo anche di anni rispetto ai concorrenti. Lo afferma Morgan Stanley in una nota di ricerca in cui analizza le ragioni per cui i paesi asiatici arriveranno primi mentre l’Ue resterà nelle retrovie sul lancio di servizi commerciali con tecnologia mobile di nuova generazione.

Per gli analisti la leadership cinese si dovrà al fatto che il paese si sta concentrando sulle implementazioni di ampia scala legate alla Internet of Things. In Giappone e Corea del Sud, invece, il primo stimolo è fornito dai giochi olimpici che accelerano il roll-out. Le prime implementazioni commerciali negli Usa saranno contemporanee a quelle asiatiche ma cresceranno a ritmi meno veloci perché si focalizzeranno su specifici casi d’uso.

Quanto alle telco europee ecco perché si attarderanno a saltare sul treno del 5G. Primo, le nostre aziende delle telecomunicazioni credono che il 4G continui ad avere grande potenziale, grazie a aggiornamenti tecnologici come Lte Advanced (è di fatto un 4.5G) e a Mimo: queste innovazioni basteranno a soddisfare l’aumento della domanda di capacità in Europa per i prossimi anni. In più, il 4G non è stato molto redditizio per le telco europee, nota Morgan Stanley: nessun motivo dunque di affrettarsi verso il 5G, le telco cercheranno di ricavare il massimo dagli investimenti già fatti.

La società di analisi punta il dito anche contro il quadro regolatorio dell’Ue, poco favorevole agli investimenti sul mercato mobile, citando per esempio l’abolizione delle tariffe di roaming o di terminazione mobile. Comunque le priorità di spesa delle telco europee sono altre, notano gli esperti: la fibra ottica per la banda larga fissa, i contenuti, in particolare i diritti del calcio, e il pagamento dei dividendi agli azionisti.

In conclusione, le telco europee restano alla finestra: secondo Morgan Stanley aspetteranno che i costi dei kit di implementazione del 5G scendano, come del resto già accaduto sia per il 3G che per il 4G, e che si presenti un caso d’uso capace di giustificare pienamente spese e rischi.

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