Nuovo giro di vite nel conflitto Usa-Cina. Dopo lo stop alle imprese asiatiche di apparati Tlc il governo Trump si prepara a bandire da tutti gli Stati anche l’operatore China Telecom per motivi di sicurezza: “Inaccettabili rischi per la nazione”. Il Dipartimento della Giustizia e altre agenzie federali hanno chiesto alla Federal Communication Commission di revocare la licenza a China Telecom Americas per fornire servizi internazionali di Tlc da e per gli Usa. China Telecom viene ritenuta una “pedina” del governo cinese sul fronte spionaggio.
Usa-Cina, gli step dello scontro
Numerose agenzie esecutive statunitensi hanno chiesto alla Federal Communications Commission di revocare l’autorizzazione di China Telecom a operare, citando rischi di sicurezza nazionale “concreti e inaccettabili”. China Telecom, di proprietà statale, è una delle maggiori reti mobili e fornitori di banda larga del Paese.
“Oggi, più che mai, la vita della nazione e della sua gente scorre sulle nostre reti di telecomunicazioni”, ha dichiarato John Demers, vice procuratore generale per la national security. “La sicurezza del nostro governo e delle comunicazioni aziendali, nonché dei nostri dati privati, dipende dalla fiducia nei partner che devono condividere i nostri stessi valori”.
La decisione di oggi, conclude, “non è che un altro passo verso la garanzia dell’integrità dei sistemi di telecomunicazioni americani”.
China Telecom, revoca della licenza
China Telecom è stata autorizzata nel 2007 dalla Fcc a operare negli Usa, ma il Dipartimento di Giustizia sostiene che la società non ha rispettato i termini dell’accordo.
La mossa è l’ultima di una lunga serie di provvedimenti intrapresi dal Governo Trump contro la tecnologia made in China. Huawei, il più grande produttore di apparecchiature di rete al mondo, anno scorso è stato inserito in una black list che ne limitava l’accesso alla tecnologia americana. Washington sostiene che le apparecchiature dell’azienda cinese potrebbero essere utilizzati da Pechino per operazioni di spionaggio.
L’anno scorso la Fcc ha votato all’unanimità di vietare a un’altra compagnia statale cinese, China Mobile, di fornire i propri servizi negli Stati Uniti perché il Governo sarebbe venuto a conoscenza “del ruolo della Repubblica Popolare Cinese in attività informatiche dannose contro gli Stati Uniti”.
Ora l’amministrazione Trump annuncia che i player cinesi rischiano di attivare “procedure informatiche che consentono lo spionaggio economico, l’interruzione e la violazione delle comunicazioni statunitensi”.
Il focus della campagna Usa contro la Cina punta a “indebolire” il controllo asiatico sulle infrastrutture mobile di nuova generazione, il 5G. Gli Stati Uniti temono che la Cina, tramite Huawei e i fornitori di telecomunicazioni, possa diventare la forza dominante nel 5G a livello globale.
Ma gli Stati Uniti, annota la testata Cnbc, “non possono contare su un diretto concorrente di Huawei e anzi registrano una fisiologica assenza di strategie per vincere inquest settore”.
Su questo fronte il procuratore generale William Barr aveva suggerito all’inizio 2020 che gli Stati Uniti acquistassero quote dei rivali europei di Huawei, Nokia ed Ericsson. Ma la proposta è stata respinta dal vicepresidente Usa Mike Pence.