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Tim, la gara 5G alle battute finali: un vendor fuori dai giochi?

Secondo quanto risulta a CorCom l’assegnazione dell’appalto per la rete di accesso sarebbe questione di giorni. Ericsson, Huawei e Nokia gli attuali partner, ma non ci sarebbe spazio per tutti e tre

Pubblicato il 30 Gen 2020

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L’assegnazione dell’appalto per la rete nazionale di accesso 5G di Tim è alle battute finali. E secondo quanto risulta a Corcom sarebbero due e non tre i vendor in campo per la realizzazione delle nuove infrastrutture. Uno fra Ericsson, Nokia e Huawei – gli attuali fornitori dell’azienda capitanata da Luigi Gubitosi nella porzione “access” – sarebbe dunque destinato a uscire di scena. Una decisione maturata tenendo conto anche delle nuove esigenze frutto dall’accordo di network sharing siglato con Vodafone.

Tim al momento è l’unica telco a vantare tre fornitori di rete sulla porzione radio suddivisi per aree territoriali: il Nord Ovest vede in campo Ericsson, il Nord Est Nokia, il Centro Ericsson e il Sud Huawei. Relativamente a Vodafone è Nokia il vendor operativo nel Nord Est e Nord Ovest mentre Huawei copre Centro e Sud. Secondo quanto risulta a CorCom il piano 5G in network sharing Tim-Vodafone sarebbe articolato attraverso la “spartizione” paritaria di 10 regioni a testa.

Riguardo a Wind Tre sono Ericsson e Zte gli attuali vendor partner mentre Iliad ha scelto Nokia come fornitore esclusivo. Fastweb dovrà decidere ex novo il o i partner per la realizzazione della sua rete di accesso, al debutto con il 5G.

Passando alla core network 5G la selezione dei vendor, per tutti gli operatori, e quindi anche Wind Tre e Fastweb (legati da un analogo accordo di network sharing) è inevitabilmente legata alle decisioni del governo riguardanti la questione “cybersecurity”. Per quel che riguarda Ericsson l’azienda è di fatto già  “core” operator di Wind Tre anche sul 5G a seguito dell’accordo quinquennale siglato nel 2018 per la modernizzazione della parte core.

L’Europa ha svelato ieri la cornice entro cui gli Stati membri dovranno muoversi per deliberare in merito: costituita una cassetta degli attrezzi” a garanzia delle infrastrutture critiche. Gli Stati membri avranno tempo fino al 30 aprile per sottoporre i propri piani e dunque comunicare le proprie scelte in materia.

L’Italia si è già dotata di una normativa di riferimento, il cosiddetto Perimetro cibernetico, ma ora bisognerà entrare nel vivo delle scelte operative per consentire alle telco di mandare avanti i piani, ossia di procedere con l’assegnazione degli appalti e poi con la posa delle antenne. Tecnicamente allo stato attuale – e quindi nella modalità non-stand alonela realizzazione delle reti di accesso 5G non è possibile senza “appoggiarsi” sulle infrastrutture esistenti 4G e antecedenti. Un vincolo tecnico che di fatto “obbliga” le telco a fare i conti con le infrastrutture esistenti e a gestire gli appalti tenendo conto dei vendor in campo sulle varie porzioni di rete a meno di non voler investire ingenti risorse per costruire ex novo tutta l’infrastruttura. Ipotesi da escludersi anche per la complessità dell’operazione. Ma sempre secondo quanto risulta a CorCom l’evoluzione tecnologica in corso potrebbe riaprire la partita vendor anche sulla core network.

Intanto in Francia Orange ha appena annunciato di aver scelto Ericsson e Nokia per la sua rete 5G.

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