Mentre le reti 5G sono ancora in fase di implementazione, i ricercatori stanno già lavorando alla prossima generazione di network, la cosiddetta 6G. Ed è proprio nell’ottica di far convergere gli sforzi degli attori che lavoreranno in questo ecosistema che è nato Deterministic6G, un consorzio di ricerca e innovazione da 5,7 milioni di euro coordinato da Ericsson e Kth, che a partire da gennaio gestisce un progetto focalizzato sul concetto di comunicazione deterministica, ossia capace di garantire la latenza e l’affidabilità della comunicazione in modo dinamico. Il consorzio è attualmente composto da dieci partner che uniscono l’expertise nelle reti mobili (Ericsson, Orange) alla conoscenza approfondita degli ecosistemi verticali – Iuvo e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, B&R, integrandole con l’autorevolezza degli istituti di ricerca (Kth, Università di Stoccarda e Silicon Austria Labs) e la vitalità di Pmi innovative (Cumucore, Montimage).
Le sfide dei network di sesta generazione
Assicurare che la comunicazione end-to-end sia sufficientemente affidabile rimane una sfida per le reti cellulari in un contesto industriale. Il nuovo progetto svilupperà quindi gli elementi tecnologici essenziali per la costruzione della cosiddetta tecnologia di comunicazione sensibile al tempo, indispensabile per il 6G. Questo garantirà che possa essere utilizzata nei modi più avanzati possibili, ad esempio nell’automazione industriale.
Un punto centrale del progetto sarà l’interazione tra le future reti 6G e le reti Time Sensitive Networking (Tsn). L’elemento di criticità in questi contesti è che i sistemi wireless come il 6G possono essere soggetti a forti variazioni accidentali, il che è incompatibile con tecnologie come il Tsn. Come superare queste sfide è un problema di ricerca aperto. Deterministic6G affronterà questo problema grazie alla combinazione di una nuova progettazione della trasmissione wireless e di algoritmi avanzati di apprendimento automatico, che porteranno alla trasmissione wireless 6G un comportamento di latenza deterministico. Inoltre, il progetto prenderà in considerazione anche le conseguenze e i nuovi approcci per la sincronizzazione temporale, la sicurezza della rete e l’integrazione dei nodi computazionali nei sistemi 6G.
Un ulteriore aspetto della ricerca verte sul come rendere le future reti consapevoli dei cambiamenti in arrivo, fondamentali per il funzionamento delle applicazioni. Le reti come il 6G avranno ulteriori mezzi per acquisire informazioni di grande dettaglio su tali cambiamenti rispetto ai network di oggi. Nel complesso, questi sviluppi getteranno le basi della visione 6G per soddisfare i severi requisiti applicativi necessari per operare in scenari complessi.
Lo use case affidato a Iuvo e Scuola Sant’Anna
Nell’ambito del progetto, Iuvo insieme con la Scuola Sant’Anna, partecipa alla definizione di uno use case. In particolare, verrà esplorato a livello architetturale se il 6G può abilitare nuove funzioni nella robotica esoscheletrica motorizzata.
La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa è coinvolta nel progetto con il Wearable Robotics Lab dell’Istituto di BioRobotica. Il ruolo all’interno di Deterministic6G sarà quello di sviluppare uno “use case” per esplorare l’utilizzo delle reti 6G nell’ambito della robotica indossabile. In questo contesto, si andranno a definire requisiti tecnico-funzionali, insieme a indicatori di performance e di impatto sociale, economico e ambientale.
“Nutro grandi aspettative in Deterministic6G, abilitatore della tecnologia 6G e incentrato sulla comunicazione deterministica. Con un consorzio unico nel suo genere, che combina competenze provenienti sia dal settore wired che wireless, Deterministic6G ha il potenziale per plasmare le fondamenta dei sistemi 6G per quanto riguarda le applicazioni time-critical”, commenta Magnus Frodigh, Vicepresidente e Responsabile della ricerca di Ericsson Research.