Tempi certi per tutti per la transizione al digitale, ma con regole che tengano in conto le specificità nazionali. Sono questi i principi approvati ieri dalla commissione Industria del Parlamento europeo con la relazione da me curata. La transizione al digitale in Europa avverrà liberando entro il 2020 la banda 700 Mhz dello spettro radio dalle trasmissioni televisive per fare posto ai nuovi servizi digitali come il 5G. La commissione Industria ha accettato la proposta presentata lo scorso 2 febbraio dall’esecutivo comunitario, ma ha specificato che gli Stati membri possono rimandare la liberazione dello spettro radio fino al 2022 per “ragioni giustificate”.
Un dettaglio fondamentale per assicurare la necessaria flessibilità all’industria audiovisiva italiana. Inoltre gli Stati membri saranno autorizzati a compensare eventuali sovraccosti per i consumatori finali: in questo modo garantiamo il progresso tecnologico senza penalizzare quei consumatori che dovranno comprare nuovi decoder o aggiornare i propri televisori ai nuovi standard.
È importante accompagnare la crescita e lo sviluppo digitale con l’utilizzo più appropriato ed efficiente di una risorsa preziosa come lo spettro e, nello stesso tempo, accompagnare la crescita del settore dei servizi media audiovisivi e del broadcasting che in alcuni Paesi europei come l’Italia non solo rappresentano realtà industriali importanti, ma anche realtà culturali significative che sono espressione di un pluralismo diffuso sul territorio attraverso la varietà di media regionali.
La normativa è un tassello dell’Unione Digitale, il grande progetto europeo a cui stiamo lavorando a Bruxelles per fare in modo che le nostre economie siano in grado di sfruttare appieno le opportunità offerte dal cambiamento tecnologico in corso. Le frequenze dello spettro radio, che oggi sono utilizzate per la trasmissione dei canali televisivi, sono una risorsa essenziale per lo sviluppo delle tecnologie del futuro. Internet of Things, Cloud, e servizi di comunicazione mobile veloci sono solo alcuni esempi che stanno conoscendo un rapido sviluppo a livello globale. È pertanto richiesta velocità e reti di comunicazione in grado di trasportare molti dati e raggiungere sia le aree densamente abitate che quelle remote.
La proposta della Commissione europea sulla Strategia per il mercato unico digitale nella quale è inserita la decisione sulla liberazione coordinata della banda 694-790 MHz (“cosiddetta dei 700 MHz”) risponde all’esigenza di fornire servizi di banda larga nelle zone rurali, tenendo nel contempo conto delle esigenze specifiche della distribuzione dei media audiovisivi. L’obiettivo finale è creare uniformità a livello Ue per l’assegnazione delle frequenze, che consentano di offrire a imprese e cittadini una connettività senza fili universale ad alta velocità. Ora, dopo l’approvazione in commissione Industria, il dossier sarà negoziato, da me come relatrice insieme a pochi altri colleghi, con i rappresentanti del Consiglio e poi approvato definitivamente dalla plenaria del Parlamento europeo.
Articolo a firma di Patrizia Toia, capodelegazione degli eurodeputati Pd al Parlamento europeo, vicepresidente della commissione Industria