L’era degli accessi a internet in dial up (velocità massima 128
Kbps) è agli sgoccioli. Sempre più consumatori a livello globale
stanno migrando verso connessioni più rapide nel segmento
residenziale. Lo rende noto uno studio realizzato da The Nielsen
Company. In tutti e nove i paesi presi in considerazione, tranne
uno, le connessioni veloci (2 Mbps – 8 Mbps) sono le più comuni
mentre soltanto una piccola percentuale di persone si affida ancora
a connessioni più lente (fino a 512 Kbps).
In media, nei nove paesi presi a campione il 19% degli internauti
è connesso a banda ultra veloce (più di 8 Mbps), il 47% a banda
rapida, il 26% a banda media (fra 512 Kbps e 2 Mbps) e infine
appena l’8% ha connessioni lente.
Soltanto il Brasile va controcorrente, con il 48% delle connessioni
domestiche che viaggiano a velocità media e il 31% ancora a bassa
velocità.
La Svizzera è il paese con le connessioni più rapide: l’88% dei
consumatori ha collegamenti online superiori ai 2 Mbps e il 38%
viaggia a banda ultralarga (più di 8 Mbps).
Dopo la Svizzera, ci sono Usa e Germania, con una percentuale di
popolazione connessa a internet super veloce rispettivamente del
29% e del 27%. In questi tre paesi c’è più gente connessa a
internet ultra veloce che medio.
In Brasile, fanalino di coda del broadband, il 48% della
popolazione viaggia a velocità media mentre l’internet super
veloce è un privilegio soltanto per il 6% dei cittadini.
Secondo lo studio, la velocità di connessione influisce anche sul
tempo che si trascorre online: più rapida è la connessione, più
tempo si passa a navigare. Questo schema vale anche in altri paesi
come l’Italia, la Francia, la Gran Bretagna e l’Australia.