L'INTERVISTA

Agcom, Capitanio: “Sui prezzi della fibra cambio di rotta indispensabile”

L’Autorità ha appena deliberato l’abbattimento delle tariffe di accesso. “Bisogna perseguire gli obiettivi nazionali ed europei sullo sviluppo di reti ad alta velocità necessarie all’implementazione di nuovi servizi a partire da quelli erogati dalla pubblica amministrazione. L’innovazione tecnologica volàno anche per traguardare gli obiettivi di sostenibilità”

Pubblicato il 15 Giu 2023

capitanio

Alzare i prezzi di accesso al rame per spingere la migrazione alla fibra: una decisione che non ha mancato di scatenare polemiche da parte di alcuni operatori secondo cui non è questa la soluzione. Ma la Commissione europea ha dato ragione ad Agcom. È questa la strada da seguire e, soprattutto, sarà necessario uno spegnimento delle reti in rame per un decisivo cambio di passo?

“L’aggiornamento dei prezzi wholesale per l’ultimo biennio, che comunque tocca quasi esclusivamente il 2023, è dettato dalla necessità di tenere conto dell’inflazione e del relativo impatto sui costi di accesso alla rete. La Commissione europea ha confermato la metodologia e il merito sottolineando tuttavia la necessità di adottare l’analisi di mercato quanto prima. Quanto alla migrazione alla fibra, si tratta di un fisiologico cambio di rotta indispensabile per perseguire gli obiettivi nazionali ed europei sullo sviluppo di reti ad alta velocità, necessarie all’implementazione dei servizi caratterizzanti la società dell’informazione, a partire proprio da quelli erogati dalla PA. Inoltre, non da ultimo, è opportuno ricordare quanto l’innovazione tecnologica sia un volano anche per l’assolvimento degli obiettivi di sostenibilità”. Il Commissario Agcom Massimiliano Capitanio ha fatto il punto della situazione in un’intervista con CorCom in occasione di Telco per l’Italia.

Commissario Capitanio, per la prima volta dall’Osservatorio Agcom è emerso un calo di 90mila linee broadband in Italia. Come vi spiegate questa situazione e che cosa ci si può attendere da qui ai prossimi mesi?

Anzitutto va precisato che si tratta di una flessione emersa confrontando il dato di dicembre 2022 con quello 2021. Parliamo, dunque, di una riduzione dello 0,5% su 18,6 milioni di linee attive registrata in un anno e che comunque non ci riporta ai numeri pre-pandemia. A dicembre 2019, infatti, contavamo 17,6 milioni di linee attive. Si tratta di un dato trainato verso il basso dalla generosa riduzione degli accessi Dsl – se ne registrano -1.013mila – non debitamente compensato dalla crescita per 923mila accessi da altre tecnologie, tra cui è ricompreso l’Ftth per ben 209mila accessi. Pertanto, è vero che in termini assoluti gli accessi sono leggermente scesi, ma se consideriamo la qualità della connessione, possiamo apprezzarne la maggiore performatività. Accanto a ciò non possiamo non considerare la costante crescita delle linee mobili con un incremento del 1,1% se rapportato al dicembre 2021 e di oltre 3 milioni di linee in appena un biennio. Sebbene gran parte siano sim machine-to-machine, è innegabile che il proliferare di device mobili -smartphone e tablet – incide sulle scelte di connettività degli utenti che, se chiamati a scegliere, non rinuncerebbero mai alla fruizione di contenuti e servizi in mobilità.

Quali sono i dossier a cui sta lavorando l’Agcom in questo momento?

Come anticipato, la Commissione ha invitato l’Autorità a concludere l’analisi di mercato entro la fine del 2023. Gli Uffici stanno portando a termine la proposta che, alla luce delle disposizioni del Nuovo Codice sarà quinquennale, da sottoporre poi a consultazione pubblica per valutare le posizioni del mercato.

Sempre riguardo alle comunicazioni elettroniche gli Uffici stanno inoltre lavorando al fine di recepire le disposizioni contenute nel d.l. 187/2022 che attribuiscono ad Agcom il potere di definire gli standard tecnici per la posa dei cavi in fibra ottica nei prossimi bandi pubblici.

A livello internazionali continuano poi le interlocuzioni col Berec riguardanti le misure individuate nel cosiddetto Connectivity Package riguardanti, come noto, anche la questione del fair share.

Secondo la Commissione Ue è necessaria prevedibilità del quadro normativo e uno stop alla retroattività dei provvedimenti. Concorda?

 È ovvio che la retroattività è un fattore che può ingenerare incertezza sul mercato. È altrettanto vero che ci troviamo in un momento storico connotato da una forte indeterminatezza legata sia al fenomeno inflattivo, sia alle scelte di politica industriale che hanno reso più difficoltoso procedere tramite l’ordinario iter con un’analisi prospettica capace di prevedere l’evoluzione del mercato stesso. L’operato di Agcom è sempre finalizzato ad assicurare certezza regolamentare e una eccessiva retroattività dei provvedimenti rischia di mettere a repentaglio questo principio cardine.

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