Autorità garante delle comunicazioni

Agcom, con i prezzi unbundling la decisione delle sorti di Telecom e del mercato

La data più probabile per la delibera è l’11, ma potrebbe essere anche giovedì della prossima settimana. Non c’è ancora l’ordine del giorno del prossimo Consiglio e il nervosismo è alle stelle su una partita che determinerà l’evolvere della concorrenza su rame e su fibra. E indirettamente, Agcom così darà un primo messaggio concreto a Telecom sul fronte dello scorporo

Pubblicato il 08 Lug 2013

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E’ la partita delle regole tlc più importante degli ultimi anni quella che si deciderà nei prossimi giorni, forse già con il Consiglio Agcom di giovedì 11 luglio: i prezzi 2013 dell’unbundling su rete Telecom Italia. La tensione è alle stelle, in Consiglio e tra gli operatori di telecomunicazioni. Perché il prezzo 2013 è più importante di quello deciso per gli anni precedenti. Per due motivi. Primo: impatta non solo sul mercato del rame ma anche su quello – appena partito – della nuova rete in fibra ottica di Telecom. Dal costo dell’unbundling (cioè l’affitto del doppino dalla centrale all’utente passando dall’armadio) discende infatti quello del sub loop unbundling (cioè il doppino dall’armadio all’utente). E questo è parte importante del costo totale con cui i concorrenti possono accedere alla rete Fiber to the cab (Fibra fino agli armadi) di Telecom.

Secondo motivo: “Sarebbe il primo importantissimo segnale su come la vede Agcom riguardo alle richieste Telecom a fronte dello scorporo della rete”, dice al Corriere delle comunicazioni Cristoforo Morandini, di Between. Com’è noto, Telecom sostiene che procederà allo scorporo se avrà come contropartita regole più favorevoli.

“Ma se adesso Agcom riduce di molto il prezzo dell’unbundling, significa che non sta venendo incontro alla richiesta di creare un quadro regolatorio congeniale. Ricordiamo che i prezzi di unbundling sono quelli che foraggeranno la nuova creatura nata dallo scorporo. Che verrebbe massacrata da cali troppo grandi”, dice Between. Conta quanto la decisione finale si avvicinerà al minimo o al massimo della forchetta indicata da Agcom nel testo di consultazione sull’unbundling 2013: 8,62-9,25 euro al mese, contro gli attuali 9,28 euro al mese.

E’ peraltro una decisione che Agcom ha voluto, ma anche dovuto, accelerare. I prezzi del 2013 sono infatti una lacuna nell’attuale impianto regolatorio. Gli operatori stanno ancora pagando in base ai prezzi del 2012, decisi con la delibera 578 di novembre 2010. Adesso sono in corso le analisi di mercato per i prezzi 2014, 2015 e 2016 dell’unbundling (come anche del Wlr e del Bitstream) e finiranno a ottobre, si presume, dovendo anche passare dalla Commissione europea. Troppo tardi quindi per includere anche i prezzi 2013 in queste analisi, dove per altro potrebbero essere modificate anche le quote di costo del sub loop unbundling (ora pari a due terzi del costo dell’unbundling).

Sarebbe stato auspicabile fare partire prima le nuove analisi. Ma visto che così non è stato, Agcom ha pensato di rimediare decidendo i prezzi 2013 prima dell’estate, così da ridurre a circa sei mesi il ritardo con cui gli operatori alternativi sapranno i prezzi dell’anno in corso.

E’ possibile che nella stessa giornata Agcom fissi anche i prezzi del bitstream e del Wlr, sui quali tuttavia il testo andato in consultazione conteneva indicazioni più precise sull’orientamento dell’Agcom. La scelta, per l’unbundling, di indicare una forchetta conferma che è un tema più delicato. Anzi, è il tema per eccellenza, al momento. Non sorprende quindi nemmeno che non sia ancora disponibile- né sul sito né internamente negli uffici dell’Authority- l’ordine del giorno della prossima riunione di Consiglio. Non è dato quindi sapere se vi sarà incluso o no l’unbundling. Ma si sa che Agcom intende chiudere la questione al più presto, quindi se non questo giovedì se ne riparlerà giovedì 18. L’ultima riunione, prima della pausa estiva, è prevista poi il 26 ma è improbabile che l’Autorità voglia ridursi in extremis per una questione così delicata.

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