L’Agcom ha pubblicato oggi la delibera che dà il via ai lavori per assegnare le frequenze 3,6-3,8 GHz ai servizi banda larga. Confermate le indiscrezioni riportate dal Corcom, con qualche novità. Forse la principale è che Agcom assegna le frequenze a due tipi di banda larga fifsa: quella fixed wireless (ex Wimax) e quella satellitare (per i collegamenti spazio-terra).
Comunque, si tratta sempre di accesso da postazione fissa (non in mobilità).
Confermato il doppio binario: alcune frequenze saranno assegnate con beauty contest, mentre altre con asta onerosa. In particolare, Agcom ha stabilito che ci saranno due lotti di frequenze 3,6-3,8 GHz. Il primo è di 100 MHz, a livello nazionale, con frequenze libere da interferenze. Quelle del secondo lotto, 95 MHz, sono invece al momento occupate in parte dalla Difesa e dalle tv. Il primo lotto (riparato da interferenze grazie a un cuscinetto di 5 MHz) sarà utilizzato in zone urbane (50 MHz) ed extra urbane (i restanti 50 MHz). Quelle cittadine saranno vendute all’asta. Le frequenze extra urbane copriranno invece solo alcune regioni (sono “macro regionali”) e rispondono alle esigenze di colmare il digital divide banda ultra larga, quindi serviranno per l’obiettivo (del piano governativo) di dare a tutti i 30 Megabit entro il 2020. In queste zone le frequenze saranno assegnate con beauty contest. Il secondo lotto, di frequenze “sporche”, saranno invece assegnate man mano che verranno liberate. Hanno una copertura sub-nazionale.
La possibilità di usare lo stesso lotto di frequenze per usi e zone diversi rispode a un meccanismo regolatorio innovativo: lo sharing geografico (“licensed shared access”), su cui Agcom si fa ora pioniera in Europa.
Nella delibera emergono alcuni dettagli su come l’Autorità intende supportare questo nuovo modello. “Il modello di condivisione è oggetto di verifica di efficacia e funzionalità da parte del Ministero, che può disporre, ove ritenuto opportuno, ed in maniera giustificata e proporzionata, le necessarie modifiche ed affinamenti per tutta la durata dei diritti d’uso, anche tenendo conto dell’evolversi degli studi e della normativa a livello comunitario. Il modello di condivisione può essere aggiornato dal Ministero, tra l’altro, per prevenire situazioni interferenziali eventualmente determinate dai terminali d’utente e in particolare dal loro effetto cumulativo in caso di installazione di apparati attivi in postazione fissa operanti sulle frequenze aggiudicate in zone ad alta densità di utenza”, si legge.
“Fermo restando che gli aggiudicatari debbono utilizzare le frequenze assegnate nel rispetto della protezione dei servizi esistenti, nel caso di produzione anche non intenzionale di interferenze nocive su utilizzatori autorizzati dello spettro, ciascun aggiudicatario è tenuto all’immediata eliminazione della causa interferenziale, ove necessario attraverso l’immediata disattivazione dell’impianto interferente”.
Le delibera indica anche alcuni obblighi di copertura per gli aggiudicatari. “Entro 42 mesi dal rilascio del diritto d’uso gli aggiudicatari sono tenuti ad installare la rete radio a larga banda ed utilizzare le frequenze assegnate col relativo diritto d’uso in almeno il 35% delle province comprese nell’area di estensione geografica del proprio diritto, per i lotti di tipo A “territorio” e i lotti di tipo B, ovvero il 35% dei capoluoghi di Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni 73 Delibera n. 659/15/CONS ciascuna regione e dei comuni in cluster D afferenti ai relativi lotti per i lotti di tipo A “città””.
Il passo successivo saranno l’asta e il beauty contest, a cura del Mise, in una data ancora da destinarsi. Il diritto d’uso sarà di 15 anni, scrive Agcom.
A inizi 2016 è prevista anche l’assegnazione dellefrequenze Banda L a Tim e Vodafone per il 4G.