Agenda digitale, Bei: “Per attivare piano Juncker serve una PA capace”

L’avvertimento del vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti, Scannapieco: “Bisogna rafforzare le competenze tecniche dell’amministrazione
locele e definire regole chiare”. Focus sulla banda larga

Pubblicato il 16 Apr 2015

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Per “sfruttare al meglio” l’opportunità data dal piano Juncker, l’Italia deve “rafforzare le competenze tecniche delle Pubbliche amministrazioni locali e, in misura minore, centrali”. Lo ha rilevato il vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco, ascoltato in commissione Politiche Ue del Senato. Accanto a questo, serve un “quadro chiaro di regole” per la realizzazione delle opere. Le priorità per l’Italia, ha detto, sono le infrastrutture economicamente sostenibili, gli investimenti ambientali e la lotta al dissesto idrogeologico, l’agenda digitale, gli investimenti in ricerca e sviluppo con il settore industriale privato e il finanziamento a Pmi e Midcap attraverso il settore bancario.

Scannapieco ha ricordato che il sostegno del gruppo all’Italia nel 2014 è stato di 11,4 miliardi, “anno record per volume di finanziamenti” (+4% su 2013); il valore totale dei progetti finanziati è stato di 27 miliardi, il totale degli impieghi è stato pari a 67,3 miliardi e sono state oltre 6.700 le Pmi finanziate. Dal 2008 ci sono stati 63 miliardi di nuovi prestiti per circa 180 miliardi di investimenti attivati. L’Italia, ha concluso, “si conferma il principale beneficiario storico del prestiti Bei”.

Tra le proposte italiane per il Piano Juncker spiccano gli investimenti per le piccole e medie imprese e per la digitalizzazione (82,2 miliardi di euro totali, di cui 39,5 investiti tra il 2015 e il 2017). La banda ultralarga e il raggiungimento degli standard europei saranno in prima linea nei programmi di digital economy. Quasi 73 miliardi di euro saranno investiti in totale per finanziare piani dedicati alle infrastrutture di trasporto, mentre all’energia l’Italia dedicherà 26,6 miliardi, di cui 13,9 tra il 2015 e 2017. Per l’Europa, invece, il settore energetico sarà il più importante e riceverà finanziamenti totali per 456,6 miliardi di euro, seguito dai trasporti (434,2 miliardi).

Pilastro del piano Juncker è il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi). Gli obiettivi per il 2016 saranno la verifica dei progressi compiuti e la revisione intermedia del piano finanziario. Lo scopo principale del Fondo sarà l’aiuto alle piccole e medie imprese e ai settori chiave di rilevanza europea: energia, trasporti, banda larga, istruzione, ricerca e innovazione.

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