Il decreto sviluppo potrebbe approdare nell’Aula al Senato entro la fine della settimana, quindi prima dei tempi previsti. A sostenerlo uno dei relatori del provvedimento, Simona Vicari (Pdl), a margine dei lavori della commissione Industria. “Entro giovedì possiamo farcela – ha dichiarato Vicari – stiamo lavorando parallelamente con la commissione Bilancio: giovedì sera o venerdì mattina possiamo incardinarlo nei lavori dell’Aula”. Sino a questa mattina le previsioni davano l’approdo del decreto in Aula tra lunedì sera e martedì. A Palazzo Madama il governo sarebbe orientato a porre la fiducia sul testo licenziato dalla commissione Industria.
A favorire l’accelerazione dell’esame lo slittamento, dei lavori dell’Assemblea, relativi al disegno di legge con la delega fiscale e alla legge elettorale. La Commissione ha intanto esaurito l’esame delle proposte di modifica, con accantonamenti, fino all’articolo 15, interrompendo i lavori in attesa dei pareri della commissione Bilancio sulle altre proposte di modifica. I senatori hanno dato il via libera, tra le altre, alla proposta di modifica dei relatori che consente il mobile ticketing, l’acquisto di biglietti dal proprio telefonino, anche attraverso carte ricaricabili.
Intanto oggi la commissione Industria del Senato ha iniziato le votazioni sugli emendamenti al dl Crescita, contenente i provvedimenti relativi all’Agenda digitale, in commissione Industria al Senato, su cui il governo dovrebbe porre poi la fiducia in Aula.
Tra i temi più caldi quello del’adozione degli e-book scolastici. Il Senato ha frenato frena sull’adozione dei libri scolastici digitali stabilita dal dl Crescita 2.0. A preoccupare in maniera bipartisam i senatori della Commissione Industria che in questi giorni sta affrontando una discussione preparatoria al voto sugli emendamenti, soprattutto l’obbligo per le scuole di passare al formato digitale già a partire dal prossimo anno.
Secondo la senatrice Maria Ida Germotani (Per il Terzo Polo:Api-Fli) “è necessaria una maggiore gradualità nell’introduzione dell’obbligo dei testi elettronici” mentre per Giancarlo Sangalli è “troppo breve il tempo lasciato alle case editrici per passare al formato digitale”. Dello stesso avviso anche Enzo Ghigo (Pdl) che condivide con i colleghi “la necessità di non eccedere nell’accelerazione della misura che riguarda le case editrici, anche in considerazione del fatto che le stesse lavorano su una programmazione biennale”.