Entrano nella fase finale i lavori per la messa a punto dell’Agenda digitale italiana. La cabina di regia è chiamata a mettere a punto gli ultimi dettagli del pacchetto. E stando alle prime indiscrezioni è sugli investimenti a banda larga che il team sta accelerando attraverso una serie di normative ad hoc. L’Agenda fra l’altro potrebbe vedere la luce in maniera diversa da quanto annunciato, quantomeno sul piano formale: il testo potrebbe infatti vedere la luce non più attraverso un decreto dedicato ma sotto forma di emendamenti al Dl crescita oggi in Gazzetta ufficiale.
Due le principali misure attese in materia di infrastrutture fisse, secondo quanto scrive oggi Il Sole 24Ore: semplificazione degli scavi e realizzazione di un catasto nazionale delle risorse.
Sul fronte semplificazioni la bozza del testo prevede un termine di 60 giorni per ottenere le servitù di passaggio su fondi o facciate degli edifici. Ed è prevista anche un’armonizzazione delle norme locali relative alla posa delle infrastrutture che privilegerebbe mini-trincee e no-dig. Gli operatori avrebbero anche proposto un canone univoco per il calcolo delle tasse temporanee (Tosap-Cosap) con limitazioni proprio nel caso dell’adozione del no-dig e delle minitrincee.
La creazione del Catasto nazionale federato delle infrastrutture consentirà inoltre di verificare lo stato dell’arte ma anche di mettere in comune dati e informazioni per agevolare, soprattutto a livello locale, la condivisione, pianificazione e manutenzione delle reti.
Previste anche agevolazioni fiscali – credito d’imposta del 30% – per i fornitori di servizi che investono in apparati e sistemi trasmissivi di banda larga mobile nelle aree bianche (a fallimento di mercato). Sul fronte mobile è previsto il ricorso all’autocertificazione per l’attivazione di small cells (apparati di massimo 7 watt di potenza) e minimo ingombro (massimo 5 kg). È prevista inoltre anche l’eliminazione degli obblighi di identificazione e registrazione degli utenti alle reti wi-fi attraverso l’abrogazione del decreto Pisanu.
Sul fronte dell’e-gov, invece, sul tavolo del gruppo di lavoro dedicato e guidato da Paolo Donzelli c’è il documento unico di identificazione, quella che prima si chiamava Carta di identità elettronica ma che ora si accinge a cambiare nome e funzioni.
Uno dei pilastri del decreti Digitalia sarà infatti la Carta nazionale dei servizi (Cns), un’evoluzione della carta di identità elettronica, che integra la carta regionale dei servizi (Crs) con la tessera sanitaria. Non solo, dunque, un documento digitale di identificazione del cittadino ma anche – e soprattutto – una piattaforma tramite cui accedere ai servizi della pubblica amministrazione. Il “modello” è la carta regionale della Regione Lombardia.