L’Agenda digitale europea auspica che entro il 2013 tutti i cittadini europei possano accedere ai servizi a banda larga e per il 2015 gli utenti regolari di Internet siano il 75% della popolazione. La fotografia sull’utilizzo della banda larga nelle famiglie italiane a metà 2012 consente di misurare la portata di questa sfida per un paese come l’Italia ancora alle prese con il nodo dell’inclusione digitale. La copertura broadband italiana non è sostanzialmente dissimile rispetto agli altri paesi e le famiglie in rete sono ormai vicine all’asintoto delle famiglie con pc, ma si tratta ancora di meno del 60% del totale (il 97% delle quali dispone di un accesso broadband). La presenza della banda larga cresce con l’età del capofamiglia fino alla fascia dei 55 anni, per poi scendere nelle famiglie anziane.
La correlazione più forte rimane quella con la presenza di figli (in circa l’85% dei casi è presente il broadband), seguita dal reddito familiare, dal titolo di studio e dalla professione del capofamiglia. L’analisi della dinamica negli ultimi 5 anni mostra come il divario sia diminuito, ma essenzialmente nelle fasce intermedie. Tra le motivazioni dell’assenza di Internet si consolida il problema dell’assenza di competenze informatiche (oltre il 40%), seguito dalla percezione di inutilità (circa ¼), mentre circa il 15% cita le difficoltà economiche. Spunti per l’Agenda digitale italiana? Almeno tre: l’apparato abilitante non può essere solo il pc; la rete fissa non è l’unica modalità di accesso; i giovani non sono il target di riferimento. Le implicazioni sono semplici.