Space economy e banda larga ultrasatellitare sempre più al centro dei pensieri, non solo degli operatori ma anche del governo. Non a caso, il Recovery Plan di Draghi incrementa le risorse destinate a questi ambiti.
Per Ilaria Agostini, Sales Director Italy & Malta Eutelsat, si tratta del segnale che indica un’attenzione che potrebbe rivelarsi essenziale per il futuro del comparto.
“Il sostegno pubblico al settore spaziale è fondamentale – afferma -, sia dal punto di vista nazionale sia come Unione europea. L’iniziativa pubblica è da sempre parte integrante dello sviluppo del settore spaziale, e la storia di Eutelsat lo dimostra”.
Eppure la leva istituzionale non esaurisce la spinta propulsiva di questa economia: ne è un elemento chiave, ma non il solo. “Lo spazio – chiarisce infatti Agostini – è un’industria che richiede un importante livello di investimenti, in termini di R&S, processi industriali e scalabilità. Aziende private come Eutelsat sono da sempre disponibili ad assumersi un certo rischio imprenditoriale in tal senso, ma è ovvio che il sostegno pubblico (come commessa istituzionale o come sussidio diretto o indiretto) contribuisce sicuramente a diminuire tale livello di rischio, rendendolo più sostenibile”.
Ecco quindi l’importanza della partecipazione statale. “E’ però vero – puntualizza ancora la Sales Director Italy & Malta – che nel comparto ci sono attori extra Ue che godono di contributi e sussidi dai rispettivi governi decisamente superiori rispetto a quanto accade nell’Unione”. Come affrontarli? “I Recovery plan nazionali sono un ottimo strumento per stimolare settori economici con elevato potenziale di creazione di valore per il futuro, come la space economy, le comunicazioni satellitari e la banda larga – aggiunge ancora Agostini -. Ecco: sarebbe importante che tutti Paesi Ue puntassero insieme verso un’unica direzione, per formare una massa critica di sostegno all’industria spaziale e permettere agli operatori di competere su scala globale con gli attori extra Ue”.
Connettività satellitare in partnership con le telco
Nel quadro globale di sviluppo della connettività stallitare, Eutelsat occupa intanto un posto fra i principali player di settore. E’ un ambito che sta diventando determinante nell’ottica di abbattere i digital divide, ma anche di aumentare la velocità e le performance di connessione. E ritagliarsi un ruolo di primo piano in questo scenario significa saper cogliere modelli di business e opportunità innovative.
Ilaria Agostini spiega che l’azienda “resta posizionata come broadcaster tv, settore che è il suo core business, ma recentemente ha concentrato sempre più l’attenzione sul broadband, le cui capacità evolutive si sono estese negli ultimi tempi”. “Il satellite – ha chiarito – entra in gioco per colmare il divario quando l’infrastruttura terrestre non copre una certa zona, tanto che oggi è in grado di offrire una soluzione affidabile di connettività a milioni di aziende e di utenti in zone in digital divide. In questo quadro noi rappresentiamo oggi il primo operatore satellitare broadband della zona Emea, grazie alla nuova infrastruttura lanciata anno scorso con il satellite Konnect, cui seguirà un secondo satellite fra il 2022 e il 2023”.
Il segreto? “Il modello di business su cui Eutelsat ha puntato è quello del satellite geostazionario, che secondo noi ha un futuro sostenibile e redditizio. E’ una soluzione affidabile ed economica, comparabile ad altre oggi presenti su mercato. A questo si è affiancata la partnership con le principali telco, fra cui (fra le prime) Orange e Tim. E questo ci permette oggi di dire che la complementarità fra operatori satellitari e telco rappresenta una chiave di volta vincente, quando si parla di connettività ‘subito e ovunque’”.